Un’insegnante di religione, pensionata, da poco vedova, madre di due figli adulti che non vede e non stima, vuole provare un orgasmo. Ha per questo fatto ricorso a un toyboy, col quale s’intrattiene, entrambi coperti da pseudonimi, in un luogo neutro, un albergo.
Un’idea pruriginosa,
per un’ora e mezzo di conversazione, su tutto e niente, al chiuso, in una
stanza grigia, con una sensazione di freddo. Una commediola da salotto, non
salace, nemmeno scorretta. Che si conclude col nudo, frontale e posteriore,
della sessantenne Emma Thompson. Uno scherzo dell’australiana regista, una buontempona?
Sophie Hyde, Il
piacere è tutto mio
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