zeulig
Aforisma - Un pensare corto. Un lampo. Con un briciolo necessariamente di verità – si ritrova ovunque, in tutto, anche nella stupidità, una verità, un briciolo. Può anche andare in fondo, come il lampo, o produrre danni. La verità è piuttosto un’impalcatura.
Creazione – Ha sempre carattere estetico, anche quella originaria, se c’è stata. Non di necessità, e in libera estrinsecazione, non normata. Un libero estrinsecarsi di forze, non necessariamente unite da un processo o progetto omogeneo – se non la creatività di per sé. La stessa natura, pur con tutta la sua maleficenza, che però è anche magnificenza, partecipa di un “progetto” artistico, di creazione libera. C’è in ogni cosa la funzionalità ma soprattutto la bellezza – di forme, colori, processi. La scienza tende a escluderla, con le classificazioni, i modelli, le specificazioni, in elenchi e graduatorie, il più possibile descrittive e sistemiche, ma ogni elemento, sia all’ingrosso sia al minuto, si connota per elementi estetici – beli e naturalmente “brutti”.
Esistenzialismo – Sarà stato buona scrittura, quello in salsa francese, Camus, Sartre, de Beauvoir, anche MerleaauPonty, e nient’atro. Sì, la libertà, sì il senso della vita, sì unde malum, ma nessuna risposta (argomentazione), se non la consolazione del racconto – Sartre, de Beauvoir, Camus si volevano inizialmente e al fondo buoni scrittori.
Io – “L’io che tutto conosce e da nessuno è conosciuto” di Schopenhauer non è piuttosto vero all’inverso? Anche nella forma del vescovo Berkeley, del soggettivismo - partendo dall’innatismo. È una spugna prima che un giudice e un dittatore, assorbente. È un ricettacolo, un’antenna attira-fulmini. O piuttosto, restando all’antenna, è un ricettore, quello che riceve i segnali, della parabola tv, del trasmettitore del telefonino, della rete. Dei segnali vaganti nell’etere, di marziani o venusiani, o anche soltanto internet. Dei segnali radio vari, Della biologia ben prima che della dottrina lgbtq, quale che questa sia.
È entità storica. Si è costituito con difficoltà, lungo molti millenni, e ancora è incerto. In divenire anche perché mutevole.
Libertà – Fin dove si estende è problema sempre aperto, se anche di fare il male - checché s’intenda per male. Non è difficile “narrare” (inventare) situazioni e caratteri che, spregevoli e violenti, ese4nrcitano la libertà, il libero arbitrio, persuasivi, convincenti, per quanto orribili e comunque riprovevoli.
È il problema dell’Auctoritas, della legge, fino a dove può estendersi senza essere coercitiva – o, meglio, essere coercitiva in uno spettro di libertà.
È una trama, che sottende vari disegni.
È tema (problema) pratico e non filosofico – logico, assoluto.
Nietzsche – “Nietzsche aveva l’abitudine di passeggire per ore e di prendere appunti nei taccuini. Poi a casa scioglieva tali appunti nei suoi preziosi aforismi, non riuscendoci però sempre. Lamenta infatti di aver perduto così pensieri importantissimi” – Sossio Giametta. Si vede, il suo è un pensiero intermittente.
Sesso – Non c’è il sesso in natura, dice la biologia, ci sono composizioni varie, come già Darwin ha spiegato (avrebbe spiegato: a Darwin si fano spiegare troppe cose) , dalla ricombinazione genetica dei caratteri ereditari: “Nel corso della produzione dei gameti, uova e spermatozoi, la molecole del Dna viene tagliata e ricucita mescolando i caratteri genetici e creando variabilità nell’assortimento degli stessi” (Carlo Alberto Redi).- “il grande vantaggio evolutivo della riproduzione sessuata consiste così nel cerare una alta variabilità genetica sulla quale si esercita la selezione darwiniana”: Darwin non direbbe il contrario?
Ma c’è il sesso negli animali, nei mammiferi e non solo. Nella funzione riproduttiva e non solo – nella nutrizione, nella cura, nelle attitudini. Esito di un lento adattamento. Ma l’evoluzione della specie non è dettata dal dna, neanche composito o in evoluzione – cioè: il dna evolve (e l’evoluzione tra specie?).
C’è una obliterazione in corso del sesso, partendo dalla sessualità umana. Dal pansessualismo, freudiano e non, che è stato fare tabula rasa, per reazione, per eccesso, stanchezza, sazietà (quando Leonardo veniva ridotto a una fellatio). All’indifferenza sessuale, non fra i generei, ma allo stimolo e alla funzione, al piace o orgasmo e alla procreazione.
Stato - Si esalta quello stronzo di Hegel (Schopenhauer l’avrà detto da qualche parte, lo pensava) col suo Stato assoluto, perché, poveretto, stava in una Germania degli innumeri staterelli ed era giusto ammirare Napoleone, e si depreca Machiavelli, che andava in cerca di un brigante, i prìncipi avendo deluso ogni aspettativa, piccoli esteti tra gonne, pennelli e pugnali, per ridare una faccia all’Italia - uno che disprezzava i tiranni. Hegel è naturalmente molte cose, ma nella pratica, in politica, sia quella di destra (c’è perfino un liberalismo che si richiama a Hegel, Croce in qualche modo compreso, via lo zio Spaventa, e la sua propria, tarda, dopo averlo “cristianamete seppellito”, Hegel Renaissance) che quella di sinistra, patrocina l’impatrocinabile: il secolo e mezzo che gli è succeduto, forse anche due, considerando il presente, hanno visto Stati rabbiosi, fino alla mobilitazione totale (non quella di Jünger, autonoma e quasi spontanea, quella ordinata, con vincolo stretto, una leva obbligatoria) e anzi alla guerra totale, alla distruzione generale – che è un assurdo prima che violenza. Che lui certo non ha creato e forse non prevedeva o auspicava (ma la sua Prussia era già qualcosa del genere), ma ha teorizzato, qui perfino con precisione: la sua guerra e ben “il vento del rinnovamento”, l’aria fresca che entra nella storia, altrimenti immobile e putrescente. Senza mai dire, peraltro, chi e che è lo Stato. Chi è lo Sato? Il re, per grazia divina? La “volontà generale”? È un dittatore, una dittatura, un sistema di sopraffazione. Che si corregge con le costituzioni, i Parlamenti, le elezioni. Lo Stato “profondo” – la burocrazia, la continuità senza correttivi, senza cheks and balances – è come per natura segreta e perversa. Lo Stato “etico”. Al disopra del diritto, interno e internazionale. Ultimo momento dello “spirito oggettivo” (? fuoricampo?). Che verrà superato dallo Spirito assoluto. Nei suoi tre momenti di arte, religione e filosofia – dal “tempo libero” dei contratti di lavoro?
Verità – S’intende sistematica, e perciò contestata. Mentre è tangenziale: un aspetto, un taglio, un indirizzo. Mutevole anche: per circostanze, contesti, epoche. Per sottintesi: tonalità, sguardi, pause – si veda la verità testimoniale, così contestabile perché così ricca, nella sua semplicità o veridicità, di condizioni e implicazioni. O anche sostanziale, radicale (radicata), ma allora in fascio, con altre verità o anche errori.
La filosofia (ragionare della verità) è per questo mai conclusiva, di necessità: costitutivamente aperta, integrabile, rinnovabile.
zeulig@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento