zeulig
Coscienza – Riemerge alla fine (provvisoria, certo, non bisogna farci affidamento, troppa religione vi è attaccata) della corsa scientifica. Forse gli scienziati sono stanchi, ma forse la corsa è interminabile. Tononi è uno scienziato, neurologo, che dice: “I concetti non sono altro che forme nella mente, concentrati di informazione integrata grandiosi. La giustizia, il bene, il male sono immense forme nella mente ed esistono in quanto tali. La prima volta che qualcuno arrivò a pensare alla giustizia….”. L’io “odioso” di Pascal, c’è poco d’altro.
Si dice: “Finisce l’io, inizia la
verità”. Nella fantascienza, forse - della verità come “aliena”, un mostro.
Evoluzione – Pone altrettanti misteri che la creazione. Dal punto iniziale, quale che esso sia, aria, polvere, luce. Ma anche il colore senza luce, il grigio per dire, è un problema. Come si arriva al cervello, per esempio. Non per il suo intrico, la sua complessità materiale, ma come si passa dall’evoluzione all’autonomia, di giudizio, di decisione. Come e perché ogni forma è possibile, vegetale, minerale, animale. Senza in realtà ereditarietà, o allora solo casuale alla fine. Come si concilia l’evoluzione con la casualità. O perché la fisica dell’infinitamente piccolo non arriva mai all’indivisibile – al punto d’inizio.
L’evoluzione è un mistero più della
creazione – un mistero in itinere, di oggi, contemporaneo a ogni
vivente. L’inizio come Big Bang è solo sonoro, canoro – di una fisica “tricche,
ballacche e putipù”.
Occidente – Con la Russia esclusa, resta poco. Restano gli Stati Uniti. L’Europa si è ridotta allo stato vegetativo con la guerra americana d’assedio alla Russia, via Ucraina, Baltici, e chiunque altro. In base alle teorie geopolitiche tardoottocentesche di Halford Mackinder, che pone l’area di confine eurasiatica al centro del potere mondiale, riproposte da Zbigniew Brzezinski a fine Novecento ne “Il grande scacchiere”. Delineando l’assedio alla Russia via Ucraina. Come è poi avvenuto: con le “rivoluzioni” colorate di piazza Meidan a Kiev, circoscritte ma abbastanza per rovesciare con patenti di legittimità presidenti regolarmente eletti che non accettavano l’assunzione dell’Ucraina nella Nato. La Russia ha reagito alle “rivoluzioni” colorate annettendosi la Crimea, e ora una parte di Ucraina. Una bellicosità senza fine è stata innescata, nella quale l’Europa sprofonderà. È tutto qui il mancato parallelo – che ogni scienziato politico avrebbe dovuto fare ma non si fa – tra Cuba e Ucraina: i missili russi a Cuba no, quelli americani in Ucraina sì.
Lo stesso Brzezinski ha sancito la fine dell’Occidente indirettamente, vent’anni dopo “La grande scacchiera”. Il teorico dell’assedio alla Russia via Ucraina aggiunse a metà 2016, poco prima di morire, questo “Epilogo” alla riedizione “aggiornata” della “Grande scacchiera”: “Di fronte a una struttura globale in evoluzione”, cioè a seguito dell’emergere della potenza cinese, “l’America deve lavorare ad attirare la Russia in un Occidente allargato e simultaneamente perseguire una visione geopolitica di lungo termine che includa cooperazione tra Stati Uniti, Cina e Russia”. Una nota di ravvedimento? Brzezisnki temeva molto un “eventuale asse Russia-Iran-Cina”. Ma i giochi erano già fatti, nell’“America First” di Trump e Biden.
Puritanesimo – È quella cosa per cui il peccato è tutto sessuale. Si vuole parecchie cose, libertà, indipendenza, anticonformismo, ma si distingue solo nel campo sessuale. È una psicologia ristretta al mondo anglosassone. A un mondo, cioè, che tiene la sessualità in sospetto.
Queer,i- Forse non dovrebbe, ma si confonde con asessuale. Ripulito dalla crosta (luccichio) inglese e new englander, cioè dal puritanesimo, è la realtà di ogni provincia e di ogni famiglia, anche la più semplice o ovvia: c’è sempre stato uno zio e una zia queer, senza nessun minus, di considerazione o di affetto, familiare o sociale - è il celibato o nubilato “naturali”, in assenza cioè di stimoli sessuali. Come è del resto di tutti, e di tutte, a una certa età – anche se un certo marketing vuole il contrario. Issarlo a bandiera dei “diritti” è stato possibile nel corpaccione dell’America – anche perché è un merchandising, anzi un franchising, del freudianismo, per cui non c’è altro verbo che il sesso, del business psicoanalitico, doppiato col pruriginismo puritano.
Da Londra e il New
England esteso alla grande America, che è una grande provincia, e quindi alla
provincia mondo, si ricorda importato con abiti nuovi (mitici) da Arbasino, il
collettore di mondi diversi, Bloomsbury, Keynes, E.M.Forster – prima che lo scrittore si
rimettesse a guardare in casa, dalla “casalinga di Voghera” a Moro e alla “cintura
bassa” dei pantaloni. Associandolo peraltro al camp, che non ha nulla in
comune col queer, ma sì come sbracataggine.
È la scoperta snob dell’acqua calda, o invenzione della storia, altra specialità anglosassone, da Walter Scott a Namier. Per dare e acquisire un che di lustro – come ripulire gli argenti. Reazione anche al pansessualismo, anche questo in definitiva anglosassone – è il brand di Freud ma il dominio era già anglosassone. Cioè del tutto è peccato. Che è un’esagerazione, come tutti gli eccessi, ma anche nella sua sostanza, l’attrazione o stimolo sessuale, che non è poi colpa grave, nemmeno veniale. Tanto più quando manca.
Riso – “Il ridere rientra
tra i fenomeni ritmici del nostro organismo, selezionati dalla natura per rilassarci;
per questo è parente del pianto: si piange per allegria e si piange per
disperazione. Il nostro comportamento include schemi ripetitivi e ritmici, che
vanno dal succhiare al seno dei bambini al respiro”, Carlo V. Bellieni, “Laughter: A signal of ceased alarm toward a perceived incongruity between life and stiffness” (“New Ideas in
Psichology”). Che sono però dei comportamenti, il ridere e il piangere.
Altra cosa che il succhiare o respirare, reazioni fisiologiche. Sono delle
reazioni, che si dicono istintive ma sono eventi psicologici, derivanti dal riflesso
cognitivo ma in modio del tutto soggettivo, variabile per ognuno in riferimento
a una molteplicità inclassificabile di fattori, da ultimo il temperamento.
Scienza - È bellicosa. Parisi afferma: “La pace viene con la scienza”. Ma in un senso particolare, che non è la pace. Il Nobel può infatti proseguire: “La scienza diventa sempre più utile alla società (lo sviluppo economico si basa sul progresso scientifico)”. E quello della salute, si aggiunge di solito. Ma già qui il passo è problematico.
La scienza è innovativa, questo si può
(si deve) dire. Il tipico percorso innovativo, la ricerca (scoperta), è il suo
lavoro, la sua materia. Non è negativa, non di per sé. Ma è dirompente, cerca e
impone il cambiamento. Che andrà nel senso
della selezione - del migliore, più adatto, più innovativo - ma impone
distruzioni in continuo di vecchie ipotesi e assetti, e non garantisce dale spoglie
o vittime del nuovo. L’esempio macroscopico è della rivoluzione industriale,
col balzo prometeico della capacità di fare, e la sua erezione a regola
sociale. O recentemente della globalizzazione, dell’assetto ricardiano,
liberoscambista dei rapporti mondiali, con l’enorme crescita del reddito, e parallelamente
dell’inquinamento, della distruzione di risorse (i vecchi “elementi”) naturali.
Nell’arco di una sola generazione la popolazione mondiale classificata al di
sotto della soglia di povertà è scesa al 10 per cento, dal 37 per cento –
mentre la popolazione mondiale aumentava di due miliardi. Ma si è raggiunta una
soglia di degradazione del clima – aria, acqua, terra – rischiosa per tutta
l’umanità.
zeulig@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento