Repubblicani verso il botto? Sì, ma di che tipo? Sarà un blowout repubblicano il voto americano di medio termine martedì? Mercoledì magari i sondaggi saranno stati ribaltati dal voto, ma il settimanale, molto progressista, dà un successo per i Repubblicani – anche se blowout è termine ambiguo, si può intende il botto come sconfitta.
Il
catenaccio è – se non è scongiuro – per i Repubblicani: “Il consenso tra
sondaggisti e consulenti è che il voto di martedì sarà un «bagno di sangue»
per i Democratici”. I consulenti, o “strateghi”, elettorali Repubblicani sono concordi che la
vittoria elettorale sarà su tutti i fronti: la Camera dei rappresentanti, che
si rinnova per intero, il Senato, per un terzo, e gli Stati dove si vota per
l’esecutivo, 36, mentre in 27 si elegge anche il “segretario di Stato”, il
pubblico ufficiale che convalida i risultati elettorali. Ma, poi, si ragiona
che la vittoria o la sconfitta sarà determinata dal voto in due stati in bilico,
Pennsylvania e Georgia, e forse l’Arizona – quelli che, dopo molte
contestazioni, hanno fatto vincere Biden due anni fa, ma per pochi voti.
Più
che per le previsioni degli strateghi, che parlano in base ai dati scomposti
dei sondaggi, per classi di età, reddito, residenza, etnia, l’articolo è
interessante per il quadro che delinea, fra Democratici “pariolini” e
Repubblicani da borgata, si direbbe a Roma. I sondaggi estivi, pro Democratici,
erano gonfiati dai “votanti sempre”, i militanti, che sono anche quelli disposti
a rispondere a ogni sondaggio. Mentre erano sottostimati molte categorie di
votanti, le casalinghe, i latinos, i non-militanti (indecisi o elettori che
presumono poco di sé). Il sentiment è
che i non-militanti siano critici, per il carovita, e per il bombardamento dei
media sui “diritti” (aborto, omosessualità o asessualità, immigrazione,
educazione sessuale alle elementari).
L’abolizione
del diritto federale di aborto aveva mobilitato i Democratici “che votano
sempre” anche in altra forma, moltiplicando le donazioni, personali e aziendali,
societarie. Gran numero di video e altri messaggi sono stati così realizzati per
la propaganda, ma tutti basati su “diritti” e “democrazia”, aborto e Trump.
Questa campagna ha gonfiato i sondaggi complessivi. Ma ha agito anche come un
bombardamento repulsivo. Analizzando gli esiti dei sondaggi per categorie, i militanti
sono risultati sovrarappresentati, mentre tra i non militanti emergevano
categorie dissenzienti. Per esempio fra i maschi afroamericani e latinos sull’aborto. O delle (poche)
casalinghe sul carovita, e le difficoltà, perfino, per esempio per il latte in
polvere, di approvvigionamento. Con un marcato disinteresse, tra i latinos e gli stessi afroamericani, per
la questione Trump-democrazia. Da qui il ribaltamento dei sondaggi tra
settembre e ottobre.
Benjamin
Wallace-Wells, Why Republican Insiders
Think the G.O.P. is poised for a Blowout, The New Yorker”, free online
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