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Banche virtuose, banche centrali ignoranti
È come se le banche, private, controllatissime
dalle banche centrali, capissero e aiutassero l’economia, e le banche centrali, pubbliche, che controllano le banche, i governi e le economie, sapessero di economia (produzione,
distribuzione, prezzi) giusto per qualche infarinatura. Talmente macroscopici, potenzialmente
micidiali, sono gli errori che la Federal Reserve americana e la Banca centrale
europea hanno accumulato e manifestano. Di giudizio e di governo. Cieche su
fatti visibilissimi.
Intesa, per dire, moltiplica i fondi dedicati
a questo o quel settore produttivo, a condizioni specifiche, settoriali e regionali,
per aiutare il rilancio dopo il covid, e alleviare l’impatto del caro-energia.
Unicredit ha di suo un’intelligente moratoria su prestiti e debiti – che sembra
alla Eduardo, “a da pass’a’ a nuttata”, ma è, era, la funzione della banca,
assistere nel bisogno e non precipitare la fine. La Federal Reserve Usa invece,
che ha sottovalutato l’inflazione un anno fa, prima della guerra
russo-ucraina, accumula rincari dei tassi in percentuali e a ritmi esorbitanti,
come se l’inflazione fosse una bestia selvaggia da addomesticare – ora che,
invece, è per molti segnali già addomesticata. La Bce, che non sa fare niente
di suo, si adegua.
L’andamento difforme dell’inflazione è
anche un segnale degli interessi divaricanti dell’Europa e degli Stati Uniti.
Ma come spiegarlo alla Bce.
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