Bregret, l’Inghilterra rimpiange
Non è più aria di Brexit in Inghilterra, ma piuttosto di Bregret,
di rimpianto. L’argomento non è in agenda politica, né dei conservatori né dei laburisti né di nessun
altro. Ma tutti i sondaggi danno attorno al 58-42, di delusi.
Il referendum pro Brexit è del 2016. Il distacco definitivo di
fine 2020, meno di due anni fa, ma su tutti i temi la delusione prevale: produttività, immigrazione, standard di vita. La delusione in questo momento è forte per il fallito neo-thatcherismo del breve
governo Truss. Che ha fatto solo in tempo a privilegiare i privilegiati.
I sondaggi registrano una piccola percentuale di delusi anche tra
quanti votarono nel 2016 per l’uscita dalla Unione Europea. La differenza è fatta dai nuovi
votanti, giovani e giovanissimi, e tra quanti nel 2016 si astennero.
Si assimila la situazione a quella della Gran Bretagna degli anni
1960-1970, che poi portarono all’adesione alla Ue: a quando il paese non era competitivo, e in
declino, economico e sociale, da “malato d’Europa”. Senza però, ora, alcuna prospettiva di
riadesione alla Ue. Anche perché, probabilmente, si dà per scontata una ricezione non facilitata.
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