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Con la Russia, senza Putin
È cambiata ultimamente
la prospettiva, o l’assetto delle informazioni: senza la Russia l’Europa è poca
cosa, una pedina nello scacchiere mondiale, un alfiere, non di più. E allora dentro
la Russia, basta che sia senza Putin: non più Russia raus, ma una Russia
democratica – anche se Putin è regolarmente eletto.
C’è un “assetto delle
informazioni”? L’informazione si vorrebbe veritiera, il più possibile, al
limite delle capacità di giudizio, ma di fatto è eterodiretta, in vari modi, e
c’è poco da fare: pochi pensano, sanno (hanno studiato), capiscono, gli altri
scrivono. L’informazione non è un manufatto qualsiasi, ma così viene gestito, e
accettato, anche dai suoi operatori. Per la nuova opinione sulla guerra ora si
recupera il giudizio di analisti russi. O fuoriusciti, cioè antiputiniani da
tempo, oppure comunque critici. Su due fronti: quello interno, del rapporto del
potere, per quanto eletto, con il popolo russo, e quello esterno, dell’isolamento
della Russia nella guerra all’Ucraina, anche nell’ex Terzo Mondo, in qualche
modo o per qualche verso in antitesi con l’Occidente (Usa, Ue), e cioè l’India,
la Cina, il mondo islamico, l’America Latina.
Non si considera però
che Putin non è un dittatore, alla testa di chissà quale forza occulta, anche
se quarant’anni fa è stato ufficiale dello spionaggio russo. È uno che ha fatto
carriera politica, in elezioni non contestate, contro lo sbandamento impresso
alla Russia dalla desovetizzazione. Dall’anarchia violenta in cui maneggioni,
furbastri e mafiosi ex boiardi di Stato, alcuni solo trentenni, anche ventenni,
si sono impadroniti dei beni comuni. Dalla riduzione a provincia remota
dell’impero del “pensiero unico”, malgrado gli arsenali nucleari. Contro una storia
nazionale che invece si vuole imperiale: politica, religiosa, e anche economica.
Con una popolazione considerevole. Con una superficie sterminata, e ricchezze
minerarie in dimensione.
Non si considera
cioè che dopo Putin non ci può essere che un altro Putin. Che gli Yeltsin delle
libere mafie non possono che essere passeggeri, in Russia come in Sicilia - non
ci vuole molta scienza politica per capirlo. Anzi, che Dio ce ne liberi: che ne
sarebbe dei supermissili russi con le mafie al comando?
L’Occidente se lo
chiede? Naturalmente sì, l’Occidente che sa. Ma forse non l’Europa. Certamente
non la sua opinione pubblica, così facile da agganciare al carretto, ma forse
nemmeno l’Europa che dovrebbe sapere, non che si veda.
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