domenica 4 dicembre 2022

Con la Russia, senza Putin

È cambiata ultimamente la prospettiva, o l’assetto delle informazioni: senza la Russia l’Europa è poca cosa, una pedina nello scacchiere mondiale, un alfiere, non di più. E allora dentro la Russia, basta che sia senza Putin: non più Russia raus, ma una Russia democratica – anche se Putin è regolarmente eletto.
C’è un “assetto delle informazioni”? L’informazione si vorrebbe veritiera, il più possibile, al limite delle capacità di giudizio, ma di fatto è eterodiretta, in vari modi, e c’è poco da fare: pochi pensano, sanno (hanno studiato), capiscono, gli altri scrivono. L’informazione non è un manufatto qualsiasi, ma così viene gestito, e accettato, anche dai suoi operatori. Per la nuova opinione sulla guerra ora si recupera il giudizio di analisti russi. O fuoriusciti, cioè antiputiniani da tempo, oppure comunque critici. Su due fronti: quello interno, del rapporto del potere, per quanto eletto, con il popolo russo, e quello esterno, dell’isolamento della Russia nella guerra all’Ucraina, anche nell’ex Terzo Mondo, in qualche modo o per qualche verso in antitesi con l’Occidente (Usa, Ue), e cioè l’India, la Cina, il mondo islamico, l’America Latina.
Non si considera però che Putin non è un dittatore, alla testa di chissà quale forza occulta, anche se quarant’anni fa è stato ufficiale dello spionaggio russo. È uno che ha fatto carriera politica, in elezioni non contestate, contro lo sbandamento impresso alla Russia dalla desovetizzazione. Dall’anarchia violenta in cui maneggioni, furbastri e mafiosi ex boiardi di Stato, alcuni solo trentenni, anche ventenni, si sono impadroniti dei beni comuni. Dalla riduzione a provincia remota dell’impero del “pensiero unico”, malgrado gli arsenali nucleari. Contro una storia nazionale che invece si vuole imperiale: politica, religiosa, e anche economica. Con una popolazione considerevole. Con una superficie sterminata, e ricchezze minerarie in dimensione.
Non si considera cioè che dopo Putin non ci può essere che un altro Putin. Che gli Yeltsin delle libere mafie non possono che essere passeggeri, in Russia come in Sicilia - non ci vuole molta scienza politica per capirlo. Anzi, che Dio ce ne liberi: che ne sarebbe dei supermissili russi con le mafie al comando?
L’Occidente se lo chiede? Naturalmente sì, l’Occidente che sa. Ma forse non l’Europa. Certamente non la sua opinione pubblica, così facile da agganciare al carretto, ma forse nemmeno l’Europa che dovrebbe sapere, non che si veda.

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