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venerdì 23 dicembre 2022

Congresso Usa vs. banche sulle carte di credito

Una battaglia politica è in corso da un paio d’anni negli Stati Uniti fra il Congresso e le banche sulle commissioni che gli esercenti devono pagare per l’uso delle carte di credito. Commissioni che da una parte, spiega il “New Yorker”, vengono trasferite dagli esercenti ai consumatori, e dall’altra, attraverso i punti a premio, finiscono per arricchire i più ricchi. Una relazione che sembra incongrua, ma bisogna tenere conto che il pagamento con carta di credito è negli Stati Uniti un fatto commerciale e non di civiltà, come si legge e si sente dire in Italia.
Le commissioni negli Stati Uniti sono alte, mediamente sull’1,4 per cento, secondo uno studio del 2020 della Federal Reserve Bank di Kansas City – in Europa le commissioni da alcuni anni sono molto inferiori. Un aggio che moltiplica i profitti delle banche: uno studio della Stern School of Business della New York University calcola che nel 2021, anno di attività ridotta a causa del covid, le sette maggiori banche nazionali hanno beneficiato di margini netti di utile del 32 per cento, un record, grazie alle commissioni sui pagamenti – i margini sono stati molto più alti per i due circuiti di pagamento, del 45 per cento per Mastercard e del 51 per Visa.
Su questo aggio la concorrenza è forte, e si esplica soprattutto con i premi a punti. Con premi doviziosi – c’è chi viaggia senza spendere, con i punti accumulati pagando con carte di credito.
Il trasferimento di ricchezza dai dettaglisti e dai consumatori alle banche e ai grandi consumatori con i pagamenti via carta è stimato variamente, ma comunque elevato. Uno studio commissionato dall’Hispanic Leadership Fund a due economisti della Wharton School, Efraim Berkovich e Zheli He, calcola un “trasferimento” di tre miliardi e mezzo di dollari l’anno dalle famiglie con reddito annuo inferiore ai 75 mila dollari alle famiglie con reddito superiore. Un miliardo abbondante di questo totale verrebbe da famiglie con reddito annuo inferiore ai ventimila dollari. E due miliardi di dollari (1,9 per l’esattezza) viene trasferito, attraverso il sistema dei premi, ai redditi da 150 mila dollari in su.
Della questione si è investito infine il Congresso, dopo un contenzioso di vari decenni fra esercenti e banche che non ha avuto alcun esito. Con iniziativa parlamentare bi-partisan, di Democatici e Repubblicani iniseme. Un Credit Card Competition Act è stato redatto, una legge che riduce le commissioni, e tassa i programmi a premi, per scoraggiarli. Ma un primo tentativo di introdurlo, a ottobre, in una votazione multi-purpose sulle spese per la Difesa, è abortito per l’opposizione delle banche.
James Lardner, Whom do Credit-Card-Rewards Programs Really Reward?, “The New Yorker”, free online

https://www.newyorker.com/news/daily-comment/whom-do-credit-card-rewards-programs-really-reward

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