Una battaglia
politica è in corso da un paio d’anni negli Stati Uniti fra il Congresso e le
banche sulle commissioni che gli esercenti devono pagare per l’uso delle carte
di credito. Commissioni che da una parte, spiega il “New Yorker”, vengono trasferite
dagli esercenti ai consumatori, e dall’altra, attraverso i punti a premio, finiscono
per arricchire i più ricchi. Una relazione che sembra incongrua, ma bisogna
tenere conto che il pagamento con carta di credito è negli Stati Uniti un fatto
commerciale e non di civiltà, come si legge e si sente dire in Italia.
Le commissioni negli
Stati Uniti sono alte, mediamente sull’1,4 per cento, secondo uno studio del
2020 della Federal Reserve Bank di Kansas City – in Europa le commissioni da
alcuni anni sono molto inferiori. Un aggio che moltiplica i profitti delle
banche: uno studio della Stern School of Business della New York University
calcola che nel 2021, anno di attività ridotta a causa del covid, le sette maggiori
banche nazionali hanno beneficiato di margini netti di utile del 32 per cento,
un record, grazie alle commissioni sui pagamenti – i margini sono stati molto
più alti per i due circuiti di pagamento, del 45 per cento per Mastercard e del
51 per Visa.
Su questo aggio la
concorrenza è forte, e si esplica soprattutto con i premi a punti. Con premi
doviziosi – c’è chi viaggia senza spendere, con i punti accumulati pagando con carte
di credito.
Il trasferimento
di ricchezza dai dettaglisti e dai consumatori alle banche e ai grandi consumatori
con i pagamenti via carta è stimato variamente, ma comunque elevato. Uno studio
commissionato dall’Hispanic Leadership Fund a due economisti della Wharton
School, Efraim Berkovich e Zheli He, calcola un “trasferimento” di tre miliardi
e mezzo di dollari l’anno dalle famiglie con reddito annuo inferiore ai 75 mila
dollari alle famiglie con reddito superiore. Un miliardo abbondante di questo
totale verrebbe da famiglie con reddito annuo inferiore ai ventimila dollari. E
due miliardi di dollari (1,9 per l’esattezza) viene trasferito, attraverso il
sistema dei premi, ai redditi da 150 mila dollari in su.
Della questione si
è investito infine il Congresso, dopo un contenzioso di vari decenni fra
esercenti e banche che non ha avuto alcun esito. Con iniziativa parlamentare bi-partisan,
di Democatici e Repubblicani iniseme. Un Credit Card Competition Act è stato
redatto, una legge che riduce le commissioni, e tassa i programmi a premi, per
scoraggiarli. Ma un primo tentativo di introdurlo, a ottobre, in una votazione multi-purpose
sulle spese per la Difesa, è abortito per l’opposizione delle banche.
James Lardner, Whom
do Credit-Card-Rewards Programs Really Reward?, “The New Yorker”, free
online
https://www.newyorker.com/news/daily-comment/whom-do-credit-card-rewards-programs-really-reward
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