Una delicata reminiscenza dello scrittore a passeggio per Roma con la moglie, di una bellezza femminile nella piazza di Spagna che concentra gli sguardi. In un’Italia da anni Cinquanta? Una visione di ritorno, forse cinematografica, che si confonde con una forse successiva, poiché “tre milioni di persone hanno marciato a Roma contro la guerra” – in Vietnam. O si riferisce a “uno degli ultimi film di Fellini, nel quale Anita Ekberg recita se stessa”, di cui lo scrittore, “in leggero panico”, non ricorda il titolo. Che poi gli sovviene, il film è “Intervista”, e Anita Ekberg è “drappeggiata in enormi teli arancio: ha una casa di campagna e grossi cani saltellanti e somiglia a una custode di nordiche ancelle, quelle che condurranno le anime degli assassinati al Valhalla. I suoi ospiti sono lo stesso Fellini, lo stesso Mastroianni, e una troupe di non-paparazzi dal Giappone”.
Ma la donna della “Dolce
vita” non è “la donna di quel giorno a Roma”. Giorno e visione unici. Poi
Ursula Andress emerge, come in “Casinò Royal”, film che lo scrittore forse non
ha visto, non ne ha memoria, e tuttavia un’immagine che gli riassume tutto 007.
Una celebrazione
del cinema, della cinematica: Roma, piazza di Spagna, la scalinata, la bella donna,
gli sguardi, sono Fellini, i tanti film di 007 sono in un’immagine. Per una conclusione
mesta: “Ogni memoria che abbiamo è, alla fine, di noi stessi. Se la memoria di
un’esperienza è fagliata, c’è una crepa nella continuità del sé”.
Don DeLillo, That
Day in Roma, he New Yorker”, 20 ottobre 2003, free online
Nessun commento:
Posta un commento