Il Non Occidente
Nella
nuova guerra fredda, o a distanza, con la Russia riemerge in forma di “Non
Occidente” il vecchio
Terzo Mondo, reduce dal colonialismo. L’umanità che intorno al 1955 si riunì a Bandung,
in Indonesia, a iniziativa della Cina di Mao e Zhu Enlai, cui si accodò l’India
di Nehru, per prendere
le distanze dall’Occidente e dalla Russia sovietica. In realtà uno schieramento asimmetrico:
nella bilancia mondiale indeboliva l’Occidente, riducendolo a Stati Uniti e Europa
occidentale,
e per questo stesso motivo giocava a favore del Patto di Varsavia, l’alleanza
militare del polo sovietico.
Il Non Occidente
che ora si teorizza comprende Cina e India, come allora, con i molti paesi asiatici, Indonesia,
Malesia, etc.. Con in più il Sudafrica, l’Iran e la Turchia.
Il nuovo
concetto è stato elaborato a Mosca, nel corso della guerra all’Ucraina. In particolare
dal presidente
del Consiglio di Politica Estera e di Difesa, Sergei Karaganov, e del direttore
di “Russia in Global
Affairs”, Fjodor Lukyanov. Ma in chiave (auto)critica: come paesi che, pur non condannando
la Russia, si astengono però dal prendere posizione per un ordine mondiale “più equilibrato”,
cioè non americanocentrico.
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