venerdì 2 dicembre 2022

Migranti no, ma ne abbiamo bisogno

Non c’è solo Salvini, c’è il ministro dell’Interno francese Darmanin, il nemico dell’Italia, il governo tutto intero del cancelliere Scholz, e pure il governo spagnolo, a guida anch’esso socialista come quello tedesco: il fronte anti-immigrazione è ampio, è praticamente tutta Europa. Mentre, però, dappertutto si segnalano problemi nel reperimento di manodopera. Nell’assistenza domiciliare e infermieristica, nell’accoglienza (alberghi e ristoranti), nell’edilizia, perfino nell’industria.

Euractiv, la rete europea di media, censisce sei milioni di posti vacanti nell’Unione. Che sono il 3 per cento della popolazione attiva (calcolata in 193 milioni)), e quindi poco, ma sono in realtà molto. L’elenco paese per paese è allarmante: in Francia un’azienda su due non trova i lavoratori di cui ha bisogno, in Germania nove famiglie su dieci non trovano aiuto, l’Austria registra 250 mila posizioni vacanti, in Polonia ha problemi l’edilizia, lo stesso in Spagna.

Il problema in realtà non è dei sovranisti, ma più generale: dell’incapacità dell’Europa di dotarsi di una politica dell’immigrazione. Che resta in balia dei mercanti, e viene affrontata – quando lo è – solo con miosure di polizia, Frontex, Sophia, o con deleghe plurimiliardarie – i fondi alla Turchia, che peraltro li prende da una mano e dall’altra non può o non vuole fermare il traffico. 

Il problema non è complicato. Oggi lo spiega al direttore di “la Repubblica” il presidente del Niger con semplicità: Spiega a “la Repubblica”, al direttore Molinari, il problema immigrazione il presidente del Niger: “In Francia, Spagna e Italia avete molti posti dove gli africani possono lavorare. Bisogna stabilire questi numeri, Paese per Paese, e poi affidare ai consolati la responsabilità di farli rispettare. Così avremo… l’immigrazione regolare, non avremo più a che fare con quella irregolare che alimenta i peggiori traffici” – e migliaia di morti. Il presidente del Niger, lo Stato più povero del mondo – quasi: al 189° posto su 191. Che dice peraltro quello che si è sempre fatto, in America e nella stessa Europa, avendo bisogno di immigrati.

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