Pasolini religioso
Pasolini era religioso. Molto. Sempre. Il solo. Riguardando
“La ricotta”, il suo film breve di quasi sessant’anni fa sulla Passione, fatta
rivivere dal vero a un “povero Cristo” sulla scena, la cosa emerge come una
verità poviana, bene in vista come la lettera rubata.
La scena è di un film
sontuoso che Orson Welles dirige, il dittatore superficiale e spietato del set, tutto all’opposto di Pasolini
regista, ma sua proiezione - “ho girato otto km. di pellicola”, dirà in altra
occasione, o sei, o cinque, “non so che film ne verrà fuori”.
La lettura recente di “Romàns” aiuta, il racconto – forse la
prima prova di Pasolini narratore - dell’impulso sessuale che agita il giovane
prete. Che si chiama Paolo, come Pasolini. Il quale tutta la vita sarà lettore,
studioso, esegeta e interprete di san Paolo, in una personalissima
identificazione, della sua missione furiosa. La corrispondenza coeva a “Romàns”
con Carlo Betocchi, persona e poeta quasi di sacrestia, reciprocamente
rispettosa e anzi amichevole benché a distanza. Il concetto di comunità, agape, variamente declinato. Il Cristo
sempre amato, altra identificazione. La madre Maria. La colpa, sempre vissuta -
come l’impegno. L’abbandono del Cristo, della grazia - il Cristo abbandonato
dal Padre. Il vagare incerto, fuori della grazia, di “Uccellacci e uccellini”.
L’apologo fa parte di un film a episodi, come allora usava,
intitolato “Rogopag” dale iniziali dei registi, Rossellini, Godard, Pasolini,
Gregoretti. Classificato nel genere commedia. Quella di Pasolini (che
naturalmente fu oggetto dell’ennesimo processo, e dell’ennesima censura –
piccoli tagli, qui reintegrati) è amara, e uno ne viene confermato alla prima
impressione di un Pasolini incapace di leggerezza, di ridere e far ridere.
Malgrado la crudezza delle immagini, è però una satira. Del mondo falso del
cinema, per il quale nessun sacrificio è di troppo – paradigma dell’eterna
questione della borghesia di cui Pasolini si è fatto purtroppo carico: cosa non
si fa per andare sullo schermo. Che è però anche, nel caso, l’unica possibilità
di sopravvivenza – o della sopravvivenza come morte.
L’impegno di Pasolini si dice e si vuole sociale e politico,
ma è cristiano, anzi cattolico. E radicale, irrimediabilmente. Al cinema come
in moltissimi testi poetici – non solo nei titoli delle raccolte. Un’indagine
specifica sicuramente sarebbe fertile.
Pier Paolo Pasolini, La ricotta, restaurato, free online chili.com
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