Pioggia di superprofitti. Eni triplica, abbondantemente, l’utile 2021 nei primi nove mesi del 2022, a 10 e rotti miliardi. Unicredit si consolida, a livelli sempre record (2,9 miliardi fino a settembre quest’anno, erano stati 3,1 nel 2021). Ricavi e utile record per Mediobanca nel primo trimestre a fine settembre. Altri gruppi e banche annunciano meraviglie. La guerra fa bene agli affari. O l’inflazione?
Pochi studentu occupano alla Sapienza Scienze politiche, per una pagina sui grandi giornali, con foto lusinghiere, e interviste tv. Vengono dal liceo Virgilio, dove si sono già fatti un docufilm. Con l’occupazione puntano ai media nazionali. Non sanno cosa vogliono ma si comparano ai Curdi (iracheni? turchi? non importa, i giornalisti non distinguono fra Irak e Turchia) e ai no tav. Si chiamano studentu perché contrari ai generi. Oppure sanno quello che vogliono: è la politica social, a chi le spara più grosse.
Dettagliata e informativa rassegna di Federico Rampini sul “Corriere della sera” degli italo-americani che contano in America, ora in molti a destra, che potrebbero fare da “sponda a Meloni”. Ma trascura che Meloni ha già inaugurato la convention Niaf , National Italian American Foundation, che quest’anno ha festeggiato con i timpani Draghi. Già nel 2011, esattamente come oggi, da trentenne ministra dello Sport, con speech misurato, cinque minuti, in inglese, onorata dalla presenza di Michelle e Barak Obama. Questa Meloni non si riesce a mandar giù.
La Roma, la squadra di calcio, ha dovuto giocare a Helsinki una partita di torneo internazionale su un campo sintetico. Che come ognuno sa è un’altra cosa dal campo di calcio, e vuole altre scarpe e altra corsa, pena ginocchia e caviglie. I finlandesi avrebbero un campo in erba, ma presentano quello in plastica perché ci sono abituati nei lunghi inverni. Lo sport non è sportività.
“Sapienza, manifestazione contro la destra: manganellate, otto feriti (tra cui sei agenti)”. Cioè, erano i manifestanti a manganellare? Poi dice che l’Italia vota a destra – non tanto per le manganellate, per le cronache delle manganellate.
La cronaca prosegue: “Volevamo solo appendere lo striscione, ma all’improvviso pioggia di botte e tanti calci”. E: “Il racconto degli studenti. Uno di loro: ho molti lividi”. I poliziotti invece si saranno automanganellati.
Leggendo le cronache dell’inchiesta a carico della Juventus per i falsi in bilancio si resta sbalorditi dalla speciosità delle argomentazioni, assortite dalla richiesta di arresti immediati. E da intercettazioni telefoniche di alcuni anni prima che il bilancio fosse depositato e la Consob chiedesse aggiornamenti - ben prima della notizia di avvio indagini il 27 novembre 2021. Intercettazioni di conversazioni anche con i legali. Cioè, un giudice e\o un colonnello della Finanza possono fare quello che vogliono, hanno “licenza di uccidere”? Se la giustizia non è la vera cancrena dell’Italia.
L’apparato repressivo ha “licenza di uccidere” con la semplice comunicazione dell’incolpazione. Senza reato specifico cioè – a parte le intercettazioni abusive. Grazie alla selva di volenterosi esecutori quali sono da trent’anni i cronisti giudiziari, e i paludati giornali della “legalità”. I cronisti si può comprenderli, altrimenti non lavorano – la giustizia dipietrista si compiace di “tenerli per le palle”. Direzioni e proprietà perché nessuno guardi sotto i loro tappeti. Soprattutto non la Finanza. La quale è sempre compiacente con i media, mai trovato un pelo – purché non si tratti (con si trattasse a suo tempo) di Berlusconi.
Fa senso il discorso d’insediamento di
Meloni, progettato e scritto ad elevato livello d’intelligenza, politica e intellettuale.
A fronte dell’acidità dei commenti dei media, tutti assurdamente allineati
contro, che si affidano per i resoconti a cronisti di pettegolezzi, di giudiziaria e anche di
nera.
Fa senso l’incredibile divario di capacità politica e di comunicazione di Giorgia Meloni e delle sue interlocutrici di sinistra, che pure hanno titoli accademici più importanti, Serracchiani, Boldrini. Ci sono differenze anche tra le donne, certo, ma come perdere la partita dell’insediamento di questa presidente del consiglio odiata 10-0?