Si leggono con
sgomento “documenti segreti” della Cia sull’Italia ora declassificati, per l’indigenza.
Di Enrico Mattei recepiscono come vera la nota di un diplomatico italiano nemico
di un altro diplomatico, che avrebbe “venduto” al futuro creatore dell’Eni la
patente di antifascista, anzi di comandante antifascista. Come se ci fossero
patenti di antifascismo… Anzi, di Mattei aggiungeva che durante l’occupazione
vendeva la moglie alle SS… È questa la potenza che ci ha governato, che ci
governa?
Tutto perché Mattei
concorreva nel 1961 ai permessi di ricerca petrolifera in Italia che
interessavano anche alle compagnie americane.
Meloni insiste, e
porta a casa da Bruxelles il tetto al prezzo del gas, che infatti subito crolla
– si sa che è tutta speculazione, a partire dall’Olanda, ma ora la
speculazione è palese. Una misura necessaria per tutti, ora che arrivano le
bollette di ottobre, con i primi freddi. Come non detto.
Meloni ha
insistito dopo Draghi. Ma nemmeno questa la assolve. E forse non è nemmeno
pregiudizio politico, è incapacità di capire: si fa giornalismo a rimorchio di
che, non ci sono più direttori nei giornali, dirigenti, in grado di capire?
Lo sciopero immediatamente
proclamato da Landini, alla seconda o terza settimana del governo di destra, resterà
segnalato per l’effetto media, che evitano le panoramiche per non diminuire
l’evento. L’evento è la presenza di Landini sui tg e i talk show. Scioperanti
solo pochi pensionati, desiderosi di uscire da casa.
Il sindacato dei
sindacalisti? Che poi sono uno solo, Landini. Per che altro è stato chiamato lo
sciopero?
Allucinante invece
oggi la “spallata al governo” di Letta in piazza Santi Apostoli a Roma, che
pure non è grande: obiettivi stretti e strettissimi sul segretario del Pd, perché
niente di altro era da inquadrare. Sono minuti interminabili, Letta sembra concionare
a se stesso.
“Contanti o pos?”,
chiede l’intervistatore. “Che discussione mediocre”, risponde Pupi Avati: “In
Iran impiccano in piazza i manifestanti, in Ucraina infuria la guerra e noi
discutiamo del tetto ai contanti”.
La “discussione”
prende tuta la corrispondenza dei lettori del giornale, “la Repubblica”, i quali
tutti sono stati in paesi “civili” dove non si accettano contanti.
Singolare dibattito
su “la Repubblica”, fra le Grandi Firme del giornale, a proposito di “Lady
Murekatete”- non più Soumahoro - se ha diritto alla borsetta firmata oppure no,
e sulle sue pose da vamp. Con analisi del tipo: “La rappresentazione di
sé di Murekatete è la vittoria del capitalismo”.
A fronte di questo
“dibbattito” il quotidiano ospita “Le idee” per un nuovo partito della sinistra.
Che si penserebbe semplice. Ma si fa con interventi del tipo: “Per essere
europea la sinistra provi a governare il capitalismo”. Sopra prose che nessuno
legge (altrimenti s’incazzerebbe).
Le coop delle
Murekatete erano dunque locupletate, oltre che dall’Interno e dalla Regione Lazio,
anche dal Comune di Roma, sindaci Marino, Raggi e Gualtieri, senza documentazione
e senza controlli. In virtù di che cosa? Del nome di Soumahoro. Poi si dice che
i progressisti perdono le elezioni perché gli italiani sono fascisti.
Curioso che di Soumahoro,
che nel partito che lo ha candidato era contestato per fatti specifici, di
caporalato, da alcuni membri della direzione, si occupi solo “Striscia la
notizia”. Anche soltanto per smentire queste accuse.
Molta cronaca e
poca informazione sullo scandalo dei progressisti a Strasburgo al soldo del
Qatar. Poca o nessuna informazione cioè sul perché e come il Qatar e il Marocco
abbiano corrotto dei parlamentari progressisti invece dei moderati, i
conservatori, i leghisti, e altrettali.
Dalle coop (anche la Lega Coop è sotto processo, vendeva come extravergini oli raccogliticci) al Qatar è questione morale ovunque, ma Pd e sostenitori (tutti i media?) Non lo sanno.
Allucinante invece
oggi la “spallata al governo” di Letta in piazza Santi Apostoli a Roma, che
pure non è grande: obiettivi stretti e strettissimi sul segretario del Pd, perché
niente di altro era da inquadrare. Sono minuti interminabili, Letta sembra concionare
a se stesso.