sabato 14 gennaio 2023

Autoritratto di Camus da giovane

La solitudine a due con “la vecchia” (la madre) appesantiva la notte, dopo che “i tram di mezzanotte si allontanavano portandosi via tutta la speranza che ci viene dagli uomini, tutte le certezze che ci dà il rumore delle città”. La vecchia, malata, sola con la figlia bisbetica, “liberata da tutto tranne che da Dio”, per essere “precipitata infine, e per sempre, nella miseria dell’uomo in Dio”. Gli anni giovanili, “quel mondo di povertà e di luce”. Gli abbandoni, dei familiari, tra familiari. La solitudine a Praga. Il risveglio di primavera sui colli Berici – e l’amore per l’Italia, come per la città in riva al mare (Orano), per il Mediterraneo. La felicità a Palma, a Ibiza. La “storia curiosa” di una donna che, gratificata di un’eredità, si compra una tomba, e della donna che stava per morire la cui figlia “la vestì per la tomba mentre era ancora viva”.  
Il libro della vita di Camus. Sono cinque racconti – lui li chiama saggi – “scritti nel 1935 e nel 1936 (allora avevo ventidue ani) e pubblicati un anno dopo, in Algeria, in pochissime copie”, volutamente poi non più ristampati. Fino al 1958 – un anno o due prima della morte, per un incidente d’auto.  Dai titoli icastici – curiosamente pirandelliani: “L’ironia”, “Fra il sì e il no”, “La morte nell’anima, “Amore di vivere”, “Il diritto e il rovescio”. Di scrittura piana, di architetture e sensibilità comuni, e tuttavia accattivanti - pregni di sensazioni, umori, e di un strana ilarità benché già in tema di assurdo. 
La prefazione alla riedizione è un autoritratto, una concisa per rivelatrice autobiografia letteraria. La piccola raccolta elegge a “suo” libro, suo proprio personale, se “ogni artista custodisce, dentro di sé, una fonte di ispirazione unica che alimenta per tutta la sua vita ciò che è e ciò che dice”. Scorrendo la vecchia edizione per la ristampa si ritrova a suo agio, nella vanità d’autore che sempre lo ha lasciato freddo, e nei gusti, le passioni semplici (malgrado “l’indifferenza profonda, che in me è una specie di infermità congenita”): “Una vecchia, una madre silenziosa, la povertà, la luce sugli ulivi in Italia, l’amore solitario e popolato, tutto ciò che ai miei occhi testimonia la verità”.
La nuova traduzione, di Yasmina Melaouah, perfetta sul piano tecnico, anzi precisa, parola per parola, costruzione per costruzione, fa curiosamente una diversa lettura rispetto all’originale: distaccata, mentre il francese di Camus nel 1935 o 1936, semplice, scolastico, è caldo, partecipe -oggi si direbbe empatico.   
Albert Camus, Il diritto e il rovescio, Bompiani, pp. 73 € 9

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