C’è l’inflazione, e c’è il drenaggio fiscale
L’inflazione
impoverisce e non arricchisce, se non pochi. Alla sommatoria danni\benefici la
prima voce è di gran lunga preponderante: il reddito nazionale ci perde, e la
moltitudine dei singoli, pensionati e percettori di reddito fisso, statali e
privati. Per effetto del drenaggio fiscale.
In presenza
d’inflazione l’imposta progressiva, se non è rimodellata nelle aliquote e le
detrazioni, preleva una quota rapidamente crescente, in termini reali, del reddito
nazionale. Riducendo il reddito fisso di pensionati e stipendiati, ma anche il reddito nazionale complessivo, quello spendibile, produttivo. A grande
velocità, del 10, 20 per cento l’anno, quanto è l’inflazione.
Il
drenaggio fiscale era nozione notoria in Scienza delle Finanze, la disciplina
della tassazione, e probabilmente lo è ancora. Molto dibattuta negli anni
successivi allo shock petrolifero del 1973. Oggi non più, gli stessi esperti di
fisco si perdono in altro, l’impossibile flat tax, i lussi e le auto di
Conte, ma solo perché tutto il dibattito pubblico è orientato su falsi scopi.
L’inflazione
provoca recessione, in termini reali. E se la fiscalità non viene aggiustata provoca
anche scompensi sociali a danno della stragrande maggioranza della popolazione.
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