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Come nacque Sciascia – una storia d’altri tempi
“Qui la struttura
è rimasta quella antica”, Laterza scrive a Sciascia il 14 novembre 1986, “e i
rapporti con gli Autori sono rimasti di amici, come in antico”. Era tre anni
prima della morte dello scrittore, e la corrispondenza (il libro è del “carteggio
1955-1988”) fra editore e scrittore si era dipanata per 33 anni. Una storia d’altri
tempi. Quando un autore sconosciuto, “un maestro”, di scuola, proponeva un breve
scritto all’editore, che non solo lo leggeva, ma sapeva fiutarci il di più, se
c’era. E insieme con lo scrittore poi ci ha costruito il suo primo libro.
Laterza aveva
notato il primo abbozzo su “Nuovi Argomenti”, la rivista di Carocci e Moravia.
Cui Italo Calvino, primo destinatario della prima prosa di Sciascia, in quanto
direttore de “I gettoni” Einaudi, lo aveva mandato, essendo troppo corto per la
collana, ma anche questo fa parte della storia. Di quando i libri si facevano:
l’autore non era una casella postale, o un’agente, gli editori avevano
orientamenti, oltre che conti da quadrare, e leggevano.
Un centinaio di lettere
si susseguono, la prima metà delle quali sulla scrittura e la pubblicazione di “Le
parrocchie di Regalpetra”. Anche perché Sciascia si dice a più riprese
scontento di Einaudi, dove, in assenza di Calvino, non aveva più referenti – già
nel 1964 ci trova solo “barriere burocratiche (e di burocrazia che non ha
nemmeno il merito di essere ordinata)”.
Leonardo
Sciascia-Vito Laterza, L’invenzione di Regalpetra, Laterza, remainders,
pp. 155 € 6
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