lunedì 30 gennaio 2023

Cronache dell’altro mondo – bellicose (247

L’industria americana delle armi non è pronta per un conflitto con la Cina”, titola il “Wall Street Journal”. Riprendendo le conclusioni di uno studio del Csis, Center for Strategic and International Studies, fondazione bipartsian. Per chiedere una maggiore spesa militare a favore dell’industria bellica. Ma come se la guerra con la Cina fosse all’orizzonte.
La fornitura all’Ucraina di armamenti per 27 miliardi di dollari ha lasciato sguarniti i depositi. E trova l’industria bellica in una fase di semi smobilitazione: opera “in modo più adatto a un ambiente di pace”, secondo l’autore della ricerca, Seth Jones: “I problemi della base industriale, “in parte dovuti a procedure di appalto obsolete e a una burocrazia lenta, stanno influenzando la capacità di creare un deterrente credibile nella regione indo-pacifica o di affrontare la Cina in un conflitto militare”.
Il “consumo di armi” in Ucraina è elevatissimo: “Il numero di missili a spalla Javelin inviati all’Ucraina dallo scorso agosto, ad esempio, equivale a circa sette anni di produzione, in base ai ritmi di produzione dell’anno fiscale 2022… Il numero di sistemi antiaerei Stinger forniti a Kiev rappresenta all’incirca lo stesso numero di sistemi esportati all’estero negli ultimi 20 anni…. L’invio di oltre un milione di munizioni da 155 mm all’Ucraina ha ridotto le scorte dell’esercito americano, ora considerate scarse”.

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