Cronache dell’altro mondo – bellicose (247
“L’industria americana delle armi non è pronta per un conflitto con la Cina”,
titola il “Wall Street Journal”. Riprendendo le conclusioni di uno studio del
Csis, Center for Strategic and International Studies, fondazione bipartsian.
Per chiedere una maggiore spesa militare a favore dell’industria bellica. Ma come
se la guerra con la Cina fosse all’orizzonte.
La fornitura all’Ucraina di armamenti per 27 miliardi di dollari ha
lasciato sguarniti i depositi. E trova l’industria bellica in una fase di semi smobilitazione: opera “in modo più adatto a un ambiente di
pace”, secondo l’autore della ricerca, Seth Jones: “I problemi della base
industriale, “in parte dovuti a procedure di appalto obsolete e a una burocrazia lenta, stanno influenzando la capacità
di creare un deterrente credibile nella regione indo-pacifica o di affrontare
la Cina in un conflitto militare”.
Il “consumo di armi” in Ucraina è elevatissimo: “Il
numero di missili a spalla Javelin inviati all’Ucraina dallo scorso
agosto, ad esempio, equivale a circa sette anni di produzione, in base ai ritmi
di produzione dell’anno fiscale 2022… Il numero di sistemi antiaerei Stinger
forniti a Kiev rappresenta all’incirca lo stesso numero di sistemi esportati
all’estero negli ultimi 20 anni…. L’invio di oltre un milione di munizioni
da 155 mm all’Ucraina ha ridotto le scorte dell’esercito americano, ora
considerate scarse”.
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