Cronache dell’altro mondo – immigratorie (242)
I
lavoratori immigrati in America sono 27 milioni, il 17,3 per cento della forza lavoro.
Nelle
industrie tecnologiche la presenza di immigrati è maggiore: nella produzione di
chip un terzo dei 112 mila addetti sono stranieri di recente
immigrazione.
Fra gli
ingegneri elettronici i nati all’estero sono al metà – in prevalenza indiani e
cinesi.
C’è
carenza di domanda nel mercato del lavoro, nonostante il rientro nel mercato,
nel corso del 2022, di 1,7 milioni di pensionati. La disoccupazione è al 3,5
per cento (tra i bianchi al 2,7 per cento, tra i neri al 5,3), al di sotto del
5 per cento considerato il volano migliore tra offerta e domanda – anche per prevenire
l’inflazione da salari.
Lo squilibrio
è analogo a quello della seconda guerra mondiale.
Fra gli immigrati
in attività il più gran numero è di “latinos”: 7,1 milioni dal Messico (4,5 per
cento della forza lavoro), 5 milioni dal Centro America (3,2 per cento), 2,1
dal Sud America (1,3).
Elevato è
anche il contingente asiatico, di lavoratori immigrai non irregolari: cinesi,
coreani, giapponesi, indiani, vietnamiti assommano a 7,6 milioni (4,9 per cento)
I
lavoratori immigrati dall’Europa risultano 2,6 milioni (1,7).
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