sabato 14 gennaio 2023

Darmanin alla guerra con l’Italia

Quattro anni, forse nove, di rapporti congelati tra Italia e Francia? Per le ambizioni presidenziali del ministro dell’Interno Gérald Moussa Darmanin, quello che he creato il caso immigrati come se l’Italia avesse invaso la Francia con gli immigrati. Una reazione ridicola che però lo proietta al ruolo cui ambisce, di spina nel fianco di Macron e presidente in petto fra quattro anni.
Darmanin intanto lavora a prendersi il ruolo di capopartito. Quello che fu di Sarkozy, un altro che aveva pesantemente capitalizzato politicamente a spese dell’Italia, a capo degli ex gollisti, ora repubblicani.
È il problema che si fa la Farnesina, e lo stesso ministro degli Esteri Tajani. Anche per l’impossibilità di parlare con la titolare del ministero francese degli Esteri, una Colonna che pure è stata a lungo ambasciatrice a Roma. È Darmanin il referente del governo, non la prima ministra Élisabeth Borne, figura stinta, che Macron ha scelto per non indebolire la propria imagine – una costante nei governi di Macron.
L’impegno filo-francese ribadito dal presidente della Repubblica Mattarella, si situa in questa incertezza: è forse in sincronia col presidente francese Macro, che però non controlla il “suo” governo.  

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