giovedì 5 gennaio 2023
I dolori della maternità
Un film teso, benché troppo lungo, e alla fine inconcludente. Il racconto lungo di “Elena Ferrante” dallo stesso titolo è di una “professoressa d’università” che in vacanza nel Sud Italia, guardando le famiglie che la attorniano sotto gli ombrelloni, rivede a sprazzi il suo passato di madre, amorevole e non, e di donna con ambizioni e voglia di coltivarle, compresa quella del piacere fisico, sessuale. Una ambizione più che giustificata in quanto esito di dura applicazione, per uscire da un ambiente familiare di origine degradato – i personaggi femminili di “Elena Ferrante” hanno questo stigma. Si giustifica così il titolo, “oscura” (“lost” nella traduzione americana), e il personaggio al centro della narrazione come figlia, non come madre, quale invece il racconto ce la propone.
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