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La Germania non si fida
Il
cancelliere Scholz ha accettato di fornire i carri armati Leopard 2, pochi (una
compagnia, niente), solo a condizione che gli Stati Uniti ne forniscano all’Ucraina
di analoghi, gli Abrams perché non vuole essere in rima fila contro la Russia,
e non si fida degli Stati Uniti. Nell’ipotesi che la Russia estenda il fronte
ad altri apesi europei, considerandoli cobelligeranti, la Germania non è sicura
che gli Stati Uniti scenderebbero in campo.
Nell’ottica
italiana questa sembra una enormità. Ma è quello che la Germania ha indicato dai
primi giorni della guerra, restia a inviare armi (mandava gli elmetti). La
Germania del cancelliere socialdemocratico Scholz. Che però su questo non ha opposizione,
non dei Cristiano-democratici né degli alleati Verdi.
Tra i
socialisti tedeschi è diffusa la diagnosi che della Nato fece l’ex cancelliere
Helmut Schmidt nelle memorie: “In realtà, questa organizzazione non è necessaria.
Considerata spassionatamente, si tratta solo di uno strumento della politica
estera americana, della sua strategia mondiale”. Schmidt da cancelliere, successore
di Willy Brandt, che aveva impresso alla politica tedesca una decisa apertura
verso l’Est comunista, favorì il dual-track di fine 1979, lo schieramento
in Europa occidentale di 572 missili tattici americani a testata nucleare in
Europa in risposta allo schieramento di analoghi missili sovietici nell’Est europeo,
il nuclear sharing, tra Paesi Nato nucleari e paesi non-nucleari, e il
sistema della doppia chiave, dell’assenso del paese non nucleare all’uso di ordigni
nucleari in partenza dal suo territorio.
Anche la Zeitenwende,
il riarmo varato da Scholz un anno fa, allo scoppio della guerra, con un primo
piano di spesa da 100 miliardi, rientra in questa ottica. Il “cambiamento
epocale” è che la Germania farà un riamo efficace. Oggi, secondo i dati accolti
dal Sipri, la spesa militare dei quattro grandi paesi
della Ue (Francia, Germania, Italia e Spagna), pari a 163,6 miliardi di dollari
l’anno, è due volte e mezza quella della Russia, 65,9 miliardi (quattro volte
se si aggiunge la spesa britannica, 88, miliardi) ma di scarsa o nulla efficacia
deterrente.
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