La scoperta della Magna Grecia
Archeologo figlio
di archeologo, l’egittologo Charles (e di Amélie Cyvoct, nipote e figlia
adottiva di madame Récamier), Lenormant fu in Italia una prima volta a 21 anni,
nel 1858, per una prima esplorazione della Magna Grecia, indirizzato dal padre.
Poi per otto anni in Grecia, col padre dapprima, che però morì di febbri
malariche poco dopo, nel 1859, poi con la madre, illustrandosi col recupero del
sito di Eleusi. Ritornò in Italia nel 1866, per una rilevazione accurata
dell’eredità greca, nel Salento e marginalmente in Lucania, la riva jonica. Del
1879 il terzo viaggio, tra Taranto e tutta la Calabria: una spedizione
archeologica, di quattro anni, al termine della quale morirà, di soli 47 anni,
a dicembre 1883, ritornato a Parigi, per un’infezione contratta negli scavi in
Calabria.
Dei due viaggi
scrisse accurate annotazioni in “Á travers l’Apulie et la Lucanie”, in due
volumi, 1883, e in questo “Magna Grecia”, in tre volumi, 1881-1884. Un repertorio
formidabile, di luoghi e manufatti, e del reticolo umano dietro alla ricerca e
la conservazione dell’antichità. A Taranto fu anche archeologo attivo e
fortunato, avendovi scoperto un sito importante di ceramiche. Ne derivò anche
una piccola fortuna: una collezione di 800 pezzi che vendette al Louvre,
cosiddetta del “Banchetto di Taranto”: figurine in terracotta dei tre secoli da
530 al 200 a.C. di personaggi adagiati, nella posizione classica dei banchetti
– metterà per iscritto le sue esperienze di viaggio, in Puglia e in Calabria,
dopo il il successo commerciale degli scavi a Taranto.
Morì con la fama
di specialista dell’area mesopotamica. Tra gli scavi in Grecia e quelli in
Magna Grecia si era infatti occupato degli Assiri. Innovando gli studi mesopotamici.
Fu il primo a individuare nella scrittura cuneiforme un linguaggio non
semitico, cui diede il nome di lingua accadica – ora sumera.
Questo voluminoso
“Magna Grecia” è un repertorio di documentazione, più che narrativo. Ma tuttora
utile, non solo per la storia: un primo repertorio dettagliato dell’eredità
classica, nell’Italia post-unitaria, umbratile, incerta. Anche nella protezione
dei reperti archeologici, la primissima testimonianza di quella eredità.
Un regalo
editoriale, della Rubbettino, e di Vittorio Cappelli, nella collana da lui
curata, di viaggiatori in Calabria, che già annovera una cinquantina di titoli.
François
Lenormant, La Magna Grecia – Paesaggi e storie, Rubbettino, 3 voll. ind.,
pp. 303, 547, 371 €22,50
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