martedì 17 gennaio 2023

Letture - 509

letterautore

Baudelaire – Pessimista? Lamentoso sì, ma strumentalmente: era uno che lavorava tanto, anche alle traduzioni, e ai “salons” di pittura, nonché alla cura delle relazioni, e naturalmente poeta curato, anche se non di molti versi.  In una lontana discussione accademica all’università di Firenze, una esercitazione di francese con Nicole Milhaud, allora moglie di Nicolas Milhaud, il pittore di Pietrasanta, figlio del compositore, allora lettrice alla cattedra di Mario Luzi, si poté sostenere con vantaggio questa ipotesi: che Baudelaire “ci marciasse”. Croce, nel breve scritto “La vita, la morte, il dovere”, stabilisce che “il pessimismo è sfiducia dell’animo e avvilimento”.
 
Castiglianità
- Camus chiama così l’orgoglio, con il quale è cresciuto a Orano, benché in povertà – “che ho poi sviluppato e che mi ha molto nuociuto…. E che ho tentato invano di correggere, finché non ho capito che esiste una fatalità anche nella natura umana” (pref. a “Il diritto e il rovescio”).
 
Crimea
– Era per i russi la Tauride, “così si chiamava fino a un secolo fa”, spiega Tatiana Polomochnykh in un breve saggio su “Limes” nel 2014, “La Crimea di Puškin”. Conquistata dalla Russia nel 1783, “dopo una plurisecolare sanguinosa lotta con il Khanato di Crimea, insieme pedina politica e indocile vassallo dell’impero Ottomano”. L’annessione si fece “con una specie di referendum fra i nobili, che scelsero l’indipendenza da Costantinopoli e la successiva richiesta a Caterina II di entrare nell’impero russo”. Una “farsa, preparata mezzo secolo prima dal genocidio perpetrato dalle armate russe”. I russi dopo i cosacchi: “Così si erano comportati tutti i popoli predatori che provenivano dalla grande pianura russa”.
 
Dante
– Lo vuole “di destra” il ministro della Cultura Sangiuliano, di destra: “La destra ha cultura, una grandissima cultura: il fondatore del pensiero di destra nel nostro Paese è stato Dante Alighieri”. Per un motivo? “Per la sua visione dell’umano e delle relazioni interpersonali, e anche per la sua costruzione politica, profondamente di destra”. Scandalo politico, ma non è una novità.  Edoardo Sanguineti fece nel 1992 un “Dante reazionario”, che ora si vende a caro prezzo - mentre Federico, suo figlio, azionava e realizzava un’edizione critica della “Commedia”. Umberto Eco tra tutti inaugurava la rivista “Alfabeta” con un “Dante era un intellettuale di destra” – “pensate”, semplificava caratteristicamente, “il ritorno dell’impero mentre stavano fiorendo i liberi comuni!”. Di cui invece Dante parte dirigente, anche in uffici e ambascerie faticose e dispendiose.
Dante era ghibellino, per l’imperatore. Ma non in quanto dittatore, uomo forte, uomo solo al comando, in quanto garante dell’unità politica.
 
Genova
– “Ci sono donne a Genova di cui ho amato il sorriso per un’intera mattina” – A. Camus,  “Amore di vivere” – in “Il diritto e il rovescio”.
 
Houellebecq
– Si vuole onanista. Lo scrittore fa se stesso, nel personaggio di un medico nel film di Dubosc, “Rumba Therapy”, ed è molto riduttivo, i suoi tic provocatori riducendo a macchietta, da guitto, da “personaggio” tv. Al protagonista, cui diagnostica un male terminale, consigliando il riparo con un familiare, e l’onanismo – insistito.   
Italia – “Entro in Italia”, nota Camus in “La morte nell’anima” (“Il diritto e il rovescio”), “terra a misura della mia anima”. Di cui annota i segni: tetti a squame, viti addossate al muro, “la biancheria stesa ad asciugare nei cortili, il disordine delle cose, la sguaiatezza degli uomini”, il cipresso, l’ulivo, “il fico polveroso”, e “le piazze ombrose” - “qui l’anima consuma le proprie rivolte”, si pacifica con se stessa, si distende, “la passione si avvia piano verso le lacrime”.
 
Machiavelli - Sintetizza “i nostri vecchi storici”, nota Croce (“La fine della civiltà”), dicendo che “le cose umane dipendono da due potenze, la Fortuna e la Virtù” – la “dualità” “dell’impeto vitale e della creatività morale, del duplice ordine delle forze, le vitali od organiche e le morali”. 
 
Russia di fuori – Molti scrittori russi sono di origine ucraina, non per caso, e ne scrissero. Non solo i “classici”: Čechov, Gogol’, Babel’, Bulgakov, Grossmann, lo scrittore dell’epopea di Stalingrado, Achmatova. E Prokof'ev.
Puškin fu felice al confino in Crimea, e ne trasse il poema erotico “La fontana di Bachčisaraj”, sui fasti e gli intrighi degli harem dei khan tartari. Sulla traccia di Puškin vi soggiornarono e ne scrissero Muravyev-Apostol, Griboedov, il giovane Gogol’.  
Anche Conrad è nato in Ucraina, ma questa è un’altra storia, tra Ucraina e Polonia, in passato piuttosto ostile. Nacque a Berdyczow, allora polacca, oggi Berdyčiv – una città ebraica allora all’80 per cento, uno shtetl, la seconda comunità ebrfaica nell’impero russo.
Altri grandi russi vengono dalla Georgia: Majakovskij, Kachaturian, Nina Makharova, e naturalmente Stalin.
Michail Saakashvili, il politico, nato georgiano, è stato presidente della Georgia dal 2004 al 2013, e poi per due anni governatore di Odessa, in Ucraina. In questo caso conta l’anti-russismo.
 
Terre rare – Le ritrovano oggi gli ingegneri svedesi, “il più grande giacimento europeo di terre rare”, nei luoghi e nei modi descritti da Hamsun un secolo fa in “Germogli della terra”, il romanzone che gli valse il Nobel (poi proscritto perché elevato nella guerra incongruamente a “libro nazista”). Allora senza successo – ma forse le terre oggi “rare” allora non lo erano (l’uso limitato, se non nullo, non copriva i costi di estrazione).
 
Translitterazione
 È curioso che i nomi nati in paesi colonizzati, in Africa, in Asia, con la grafia quindi francese o inglese, mantengano in italiano l’ortografia della lingua coloniale. Anche quando sono italiani magari da due generazioni, comunque nazionalizzati. Come se l’identità fosse legata a quella grafia: Soumahoro, Melaouh…


Vicenza – Il giovane Camus italianofilo ne fa la terra d’elezione, i colli dove soggiorna – i coli Berici evidentemente. Nel racconto-saggio “La morte nell’anima”, reduce dalla solitudine angosciosa di Praga. Tutto lo pacifica, e anzi lo entusiasma – come forse mai più gli avverrà, attanagliato dal nichilismo (l’assurdo): “Qui le giornate girano su se stesse, dal risveglio del giorno gonfio del grido delle galline fino a questa sera incomparabile, dolce e languida, setosa dietro i cipressi e ritmata dal canto dele cicale”. Cammina tutto il giorno: “Ogni persona che incontro, ogni odore di questa strada, ogni cosa è per me un pretesto per amare smisuratamente”. Tutto, le persone, gli odori, i mestieri, sono un organo di felicità - “Avanzo con passo lento, schiacciato da tanta ardente bellezza”, etc.….

letterautore@antiit.eu

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