Miracolo, si ride in tv
Due episodi
billantissimi, il terzo (“Pierfrancesco” Favino) e il quarto (“Matilda” De
Angelis), con situazioni e dialoghi comici a ripetizione, specialmente
effervescenti, della soggettista e sceneggiarice Lisa Nur Sultan – al quarto
episodio ha collaborato Federico Baccomo. Sull’attore che vive il personaggio
anche dopo finito il film: Favino, impareggiabile “Che” Guevara, con habana
e rum a profusione, nel castigliano della pampa, e subito poi il
“capitalista” Draghi che sembra il vero Draghi, anche nell suono della voce. E sulla
diva dai milioni di followers travolta dagli insulti, sempre sui social,
per una pasta alla crema ingurgitata mentre attende l’aereo, che la solita
foto, magari di un ammiratore, postata in rete denuncia come trasgressiva –
impersonava un western al femminile, originalissimo, e viene licenziata.
Deliziosi anche i
contorni. Tipo l’invenzione di un’attrice “non caucasica” in scuderia perché “ilvento
del mercato è cambiato”, i casting vogliono protagonisti non bianchi. O
l’instabile, tutta schiava/dominante, storia d’amore tra la maggiore (si può
dire “la” maggiore per il grado militare?) della Finanza che controlla i registri
contabili dell’agenzia e la workalcolic agente nei pochi minuti che questa
si prende di pausa – tra un boccone schifato e l’altro di uno streetfood vegano,
giusto perché la finanziera preda è vegana. O l’agente fedifrago, che abbandona
l’agenzia in difficoltà, ma diventa un eroe perché così ha dissuaso gli acquirenti
dell’agenzia, il gruppo che li avrebbe licenziati tutti – naturalmente tedesco.
Un altro botto della
Palomar di Carlo Degli Esposti, dopo i Montalbano e i BarLume.
Luca Ribuoli, Call
my agent – Italia, Sky Original
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