Ombre - 651
In copertina su
“L’Economia” Ferruccio de Bortoli celebra il digitale nel nome del globale - “locale
e piccolo non è bello”. Alla pagina dopo lo stesso giornale celebra “il
sorpasso”: “Le aziende familiari corrono più delle altre”. Digitalizzate?
Singolare la condanna
della Juventus e non degli altri club che hanno praticato le stesse plusvalenze.
La condanna, si dice, è in questo caso suffragata dalle intercettazioni. Che però
non sono andate a processo, e finché non vanno a processo non sono contestabili.
Singolare che, per odio magari da tifosi, si dia ragione al ministro che si
contesta, perché vuole regolare le intercettazioni.
Come la Juventus
hanno agito gli altri club italiani ma, si dice, dice il giudice sportivo
Chiné, non sono stati intercettati. E perché no? Per odio contro la Juventus? Perché
contro altri club il colonnello della Guardia di Finanza di Torino e i sostituti
Procuratori non avrebbero avuto l’onore delle cronache e non avrebbero fatto un
balzo in carriera?
C’è del marcio in
Danimarca. Molto.
C’è, è vero, del marcio
non per la solita citazione: le indiscrezioni non sono opera, più spesso,
delle Procure della Repubblica, come dice il ministro, ma degli inquirenti. Nel lasso di tempo che
intercorre fra la “notizia di reato” e la presa d’atto da parte degli inquisiti.
Uno-due giorni prima: bastano per suscitare l’onda d’urto, contro la quale poi
sarà difficile difendersi. Basta vedere gli avanzamenti di carriera degli
ufficiali che hanno comandato le indagini – ma la cosa è notoria, tutti i giornalisti
lo sanno.
Il fronte delle
intercettazioni è molto ampio. I giornali le difendono ma forse più perché temono
gli intercettatori, non per la questione di libertà, come dicono: è un fronte comune
tra furbi che si fronteggiano – non c’entra la democrazia.
La Consob ha censurato
il bilancio della Juventus ma non quello, analogo, della Lazio, che è anch’essa
in Borsa. E il motivo si sa ma non si può dire: la Lazio è gestita da Lotito, magna
pars del potere “bianco”, nel calcio, e anche un po’ fuori.
Letta si congeda da
capo del Pd citando San Paolo. Che però era un vincente. E uno, anche, che tollerava
poco i “ventri molli”: affarucci, “combinazioni”, correnti.
Il Pd si presenta
alle regionali con la possibilità di vincerle in Lombardia ma solo perché ha il sostegno dei grillini, e perché il centro
e la destra si sono divisi su due concorrenti. Ma non è sicuro, nemmeno con i grillini. Nel Lazio, dove ha governato per dieci anni,
esibisce un sindaco fantasma, Gualtieri, e un’eredità del governatore di dieci
anni Zingaretti fatta di tasse e nomine di amici.
Zingaretti ha
optato per la pensione alla Camera lasciando la Regione Lazio a una campagna
elettorale con questi handicap per il suo partito – per il povero candidato
D’Amato, che pure ha gestito benissimo la sanità, specie durante il covid: la regione
col maggior numero di disoccupati dietro la Sicilia, peggio della Campania, che
ha analoga popolazione; le addizionali Irpef più alte, fino al 3,33 per cento,
il massimo consentito per legge (la Lombardia si attesta alla metà, 1,74 per
cento); lo stesso l’addizionale comunale, il massimo consentito per legge, 0,9
per cento; sull’Imu seconda casa Roma ha il record italiano del prelievo; il pil
regionale aumentato nei dieci anni di 2 mila euro, contro una media nazionale,
Sud compreso, di 2.200. Oltre all’immondizia,
tormentone laziale e romano di una decina d’anni.
Il sindaco-fantasma
della capitale, il professor Gualtieri addottorato a San Marino, è pure lui ex
Fgci-Pci, come Zingaretti. E dunque il Pci non era nemmeno una scuola di buoni
amministratori come ci hanno raccontato? Sì, Bologna, ma Bologna si
amministrava bene anche col papa.
Ma forse l’equivoco
è del Pd – almeno a Roma: Zingaretti per dieci anni, e ora Gualtieri da un anno
e mezzo, sono stati e sono morsi alle caviglie, azzannato, dalla famelica costituency
bianca della capitale.
Il simpaticissimo
Gnonto, ala sinistra a 18 anni della Nazionale, approda in Premier League e
viene per questo osannato dalla “Gazzetta dello sport” con due pagine. Viene
cioè osannato il campionato inglese, “i giocatori più forti”, “si gioca a viso
aperto”, “un’intensità altissima!”, per forza che i giovani se ne vano, vanno
in Inghilterra. Poi si scopre che il Leeds, la squadra che ha preso Gnonto, è
penultima in classifica. Anche l’ultimo dell’Inghilterra è meglio di Milano.
Napoli-Juventus
5-1, Napoli-Cremonese 2-2 (poi 4-5). Non è impossibile, quando si vuole
giocare. C’è qualcosa (molto) di non chiaro nel calcio italiano: la Juventus è
seconda, dietro il Napoli (era prima di Chiné), con la migliore difesa del
campionato, prima dei cinque in una ventina di partite ne aveva presi sette –
la Cremonese ultima o penultima.
La Cina ha accresciuto
le importazioni dalla Russia del 44 per cento nel 2022 – di solo l’1 per cento
dal resto del mondo – per un totale di 114 miliardi di dollari. Ha aumentato
gli acquisti di gas del 50 per cento e di petrolio del 10. Le importazioni
russe dalla Cina sono invece cresciute solo del 13 per cento, a 76 miliardi. Le
sanzioni occidentali contro la Russia sono state un regalo alla Cina, che ha
potuto rifornirsi di gas e petrolio a prezzi di realizzo.
“Nell’area
cittadina si calcola che circolino 16.400 cinghiali”, serafica spiega di Roma
Lidia Alfonsi, che della capitale è l’assessora all’Ambiente. Una medaglia al
merito, il cinghiale libero in città? Abbatterli no, “è pericoloso per i
bambini”. Il cinghiale libero invece non è pericoloso, non per l’igiene e
nemmeno per i bambini.
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