Giornalismo sbirro
“Nessuno ha dubbi
sulle qualità del pm, esperto di reati economici e autore di decine di
pubblicazioni specialistiche”: il “Corriere della sera” si schiera a difesa del
giudice Santoriello, quello che professava “odio la Juventus”, il club che ora, dopo
averlo intercettato per alcuni anni, può mandare a condanna. E aggiunge, il
giornale, fine: “Più che un ultrà - la grande passione è per il basket - un assiduo
frequentatore di codici e convegni”. Un tributo del giornale ai suoi informatori,
che quindi non erano il giudice Santoriello ma i suoi sostituti, devoti. Mancando
però l’evidenza, che il giudice professo odiatore ha utilizzato delle intercettazioni,
frasi cioè estrapolate dal contesto, come “prova” per mandare ar gabbio mezza
società. Come gli spiega un modesto impiegato dello stesso club, non un
linguista né un epistemologo: “Credo che alcune frasi estrapolate possano assumere
un significato diverso da quello che hanno”. Incapacità non può essere, è proprio
la deriva del mestiere di cronista - ben due redattori il “Corriere della sera”
schiera per capire meglio.
La civiltà
giuridica si sa che in Italia è sotto ai piedi – due riforme in due anni, e una
terza si annuncia, apparentemente senza sbocco. Da quando è sotto l’imprinting
di Di Pietro, un giudice giustiziere che poi si è rivelato corrotto. Ma i
giornalisti? Di Pietro li aveva ridotti a cani da cuccia, secondo i memoriali
degli stessi “suoi” affezionati cronisti di nera.
Lo stesso “Corriere della sera”
apre peraltro con una vetta rara di ipocrisia: “A
questa malattia incurabile della modernità, a cui con inevitabile
approssimazione si dà il nome di narcisismo, va ascritta la battuta del
pubblico ministero Santoriello che sta suscitando tanto scandalo. Il
magistrato, che tutti gli addetti ai lavori, e persino quelli ai livori,
descrivono come un modello di imparzialità…”. Complottismo, argomenta Gramellini,
l’autore della intelligente sintesi: “O non ho appena sentito un amico
interista sostenere che Santoriello è uno juventino che finge di odiare la sua
squadra del cuore per farla assolvere senza suscitare sospetti?”. Perché Gramellini
non è un napolista, è un torinista, dichiarato, in molteplici esercizi di narcisismo, quotidiani – quindi più incurabilmente malato o più ipocrita?
Il
calcio non è una cosa seria. Ma i giornali? Se si incrimina una squadra di
calcio, amata o odiata, non importa se si fa con frasette estorte? Siamo tutti
sbirri? Tutti nei giornali.
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