La maternità è il problema
L’ennesima
stagione della serie monacale dei Bernabei è centrata sulla maternità – la
serie è “monacale” per replicare il successo di “Don Matteo”, ma è in realtà
femminile, di storie e problemi femminili, ambientati in un conento che è una
casa famiglia molto laica. Non più sui problemi d’amore e lavoro delle
convittrici, ma sulla maternità. Soprattuto sui problemi madre-figlia o
comunque familiari: della madre che si impone alla figlia, della madre che
delude la figlia che l’ha sempre ammirata, della figlia che si perde in
reazione alla madre, etc.
La puntata di ieri
sceneggiava le procreazioni difficili – oltre agli inevitabili conflitti
madre-figlia. Della madre che abbandona il figlio in ospedale dopo averlo
partorito con identità rubata. Delle madri giovanissime e inesperte. Chi ha
dovuto rinunciare al bambino cui teneva perché gravemente malformato. Chi ha
rifiutato la figlia al parto e poi l’ha ripresa e allevata. La ragazza drogata
che partorisce per strada e lascia la figlia nel cassonetto. Tutti casi
eccezionali, dovendone fare materie di racconto, ma comuni.
Nela seconda
puntata di questa seconda stagione di “Buongiorno, mamma”, la mamma che si
risveglia, accudita da figli e marito con pazienza e dedizione negli otto anni
di coma, al miracoloso risveglio diventa subito problematica. In entrambi i
casi tutto si risolve, o si risolverà, nel volemose bene che è la filosofia
delle produzioni Bernabei (cui si devono entrambe le serie) – il Cristo ha
sofferto per tutti. Ma è vero: la maternità è un problema. Oggi si direbbe “il”
problema.
Francesco Vicario,
Che Dio ci aiuti, Rai 1
Alexis Sweet, Buongiorno,
mamma, Canale 5
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