giovedì 9 febbraio 2023

La Sicilia liberata dall’ucraina

Un’immagine dell’Ucraina che, vista oggi, apre il cuore. Tutto è bello, verde, spiritoso, naturalmente biondo, e canagliesco, nella festa d’addio di una giovane nonna, Vlada Koza, che chiude casa e affari per accorrere in Italia, dove la figlia è sposata, per aiutarla a gestire il nipote appena nato. E per questo ha studiato “un poco italiano” e ha invitato amici e conoscenti a una festa d’addio, per cedere loro questo o quell’arredo di casa, in trattative veloci per scontare il miglior prezzo, mentre una band locale li intrattiene con “Fatti mandare dalla mamma”.  
Tutto andrà poi di traverso. La figlia, e un po’ anche il genero, non la vogliono in casa, troppo piccola. Persa per strada tra le prostitute al fuoco, e incidentata, Vlada finisce in casa di chi l’ha investita. Che è mafioso. Dove di si troverà a “fare l’ucraina”, a fare le pulizie. E alle pulizie vuole indirizzare i figli disordinati del capomafia. Che tanto capo non è, dovendo soccombere a un suo proprio capo…. Un’Ucraina sovvertitrice, anzi liberatrice, della Sicilia. Dalle sue paure e i suoi linguaggi. Senza spocchia, con l’innocenza.
Un’idea brillante di Anastasiia Lodkina. Sulla mafia come è, e sulle ucraine in Italia. Che la sceneggiatura purtroppo in parte dissipa. Tuttavia una produzione gradevole, oltre che meritevole, dei Saccà. Una commedia che avrebe meritato più attenzione, e più fortuna al botteghino: ridere della mafia, stupida tanto quanto è sanguinaria, e oggi dell’Ucraina, non è facile, con “Koza Nostra”, doppio gioco di parole, si può.
Giovanni Dota,
Koza Nostra

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