Le cause del signor Ielo
Nessun dubbio che la
denuncia del sottosegretario Delmastro non sia politica. È il modus operandi di
una Procura a metà “palermitana” (Lo Voi dopo Pignatone e Prestipino) e a metà
“milanese”, anche se Ielo pure è siciliano – a Milano si è illustrato. E che si
risolverà politicamente, cioè con un po’ di braccio di ferro e poi una
assoluzione. E allora, perché si fa?
Il Procuratore
Ielo è uno che naviga a cuor leggero. Qualche volta fa da giudice, equanime per
definizione, qualche volta da procuratore della Repubblica, un quasi sbirro –
più volte è passato da una professione all’altra. Una volta per questo è finito
anche imputato al Csm, perché si era perdute le carte di un procedimento di cui
era incaricato come procuratore, su pratiche dubbie di Nomisma, il centro studi
bolognese allora di Romani Prodi - ma il Csm naturalmente lo ha prosciolto.
Il dottor Ielo è pure
un beniamino dei giornali dei giudici, quelli dell’hotel sull’Abisso, e quindi
non da sottostimare. Ma nessun dubbio anche che Delmastro sarà assolto. Se non
dal gip - un grado di giudizio senza nessuna autonomia, all’insegna di Ghitti, il
famoso collega di Ielo a Milano che giudicava anche cinquanta casi in un giorno
- nel prosieguo del processo. E allora perché si fanno questi processi
politici? Per la politica: sono giudici “di sinistra”, giudici di scranno o
pubblici accusatori, come si vogliano. Magari non di sinistra, ma sanno o pensano
che la carriera si fa “a sinistra”.
Questa sinistra dev’essere
però molto sinistra, se porta la sinistra alla sconfitta, politica e pure
giudiziaria. Il giudice e procuratore Ielo è un uomo d’onore, avrebbe detto Shakespeare.
Ma una volta la sua parte politica, quella che professa, si sarebbe chiesta:
chi lo paga?
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