Ombre - 653
Su Cospito corrono
le stesse frasi di cinquant’anni fa, all’origine del terrorismo. La storia non è
la stessa, qui c’è solo un balordo furbo – sfrutta il governo di destra per farsene
martire. Ma la fraseologia che un personaggio pure così modesto suscita è sempre
la stessa.
La vecchia fraseologia
su Cospito riemerge questa volta a sinistra, manca il coro di destra. I giovani
di oggi sono vecchi? A sinistra solo vecchi?
Sbalorditivo “ritorno
sull’equity” (profitto netto in percentuale del capitale) delle banche europee
delle economie minori, nelle tabelle oggi del “Sole 24 Ore”: ben il 18,80 per
cento in Slovenia, e cifre tra il 15 e il 10 per cento per i paesi Baltici, la
Grecia, il Belgio e l’Austria, con la Spagna. L’Italia capeggia la seconda colonna,
delle economie maggiori (Francia, Germania) o più finanziarizzate (Olanda, Lussemburgo),
con quasi il 9 per cento. Le crisi (covid, guerra, inflazione) fanno bene alle
banche.
E non è finita: la
bonanza bancaria continuerà nel 2023 e nel 2024, secondo la Banca d’Italia:
il roe, ritorno sull’equity, sarà attorno all’8 per cento per le principali
banche italiane. Si penserebbe che le banche vanno bene quando l’economia va
bene. Ma forse le banche italiane possono ancora guadagnare molto tagliando i
costi, semplicemente: chiunque va ancora in banca vede orde di gente che non fa
nulla – e non vuole fare nulla: come per Cospito girano frasi fatte, è
ritornato anche il rifiuto del lavoro?
Moto ottimismo sulle
banche mentre ancora naviga in incognito Mps. Che il Tesoro ha ricapitalizzato
ma per quale matrimonio? “Siamo troppo grandi e non possiamo più fare aggregazioni”,
dice Messina per Intesa. “Siamo troppo piccoli”, dice Castagna per Bpm, altro “sposo”
indiziato. Mentre Orcel di Unicredit, che ha già visto la “sposa” in faccia, se
ne tiene prudente lontano.
Si vota in alcune
Regioni e bisogna addottrinarsi come si vota. Ci sono stati negli ultimi anni
una dozzina di leggi elettorali diverse, per il Comune, per la Regione, per il
Senato, per la Camera, per l’Europa, per lo più confuse – a ottobre non
sapevano nemmeno gli eletti dove erano stati eletti. Per far sentite gli
elettori una merda, come ora usa dire?
Negli anni 1960 le
tecniche di depurazione delle acque erano solo su licenza inglese –
sperimentate col Tamigi. A esse ricorrevano per es. le coste romagnole, per
disinfettarsi. Lo stesso per ridurre lo smog, per es. a Milano, sulla scia di
Londra – bastava decentrare le fabbriche. Oggi l’Inghilterra non ha un piano
verde, la “transizione ecologica”, perché non ha industrie in grado di ripulire
l’aria. La geografia economica muta
rapidamente.
“Nonostante le
promesse, alle donne i talebani hanno tolto tutto: istruzione, lavoro, sport,
persino le passeggiate al parco senza accompagnatore”. Quali promesse, a chi?
Ignoranza, ipocrisia?
“Come può
rispondere la comunità internazionale”? Bisognerebbe chiederlo agli Stati
Uniti, che i talebani hanno creato e a cui hanno confidato l’Afghanistan.
Riconsegnandoglielo dopo aver “convinto” Paesi come l’Italia a spendere un
miliardo l’anno, per vent’anni, venti miliardi, a titolo di aiuto. Ai talebani?
“Il nonno vittima
e il nipote carnefice”, titola “la Repubblica” dopo l’eccidio alla sinagoga di
Gerusalemme Est, “capitale proclamata dello Stato di Palestina” (wikipedia). Il
nonno era stato ucciso venticinque anni fa a coltellate da un israeliano. E la
famiglia, bisnonno, nonna, padre e figlio assassino vivono nel “campo di Shu’afat”.
Che è un campo di rifugiati. Una storia di semplice terrorismo non è.
“Mi bloccarono due
volanti, gli agenti armati, pistole in pugno. Tutti in borghese. Nessuno parlava,
nessuno mi spiegava. Mi portarono in caserma: foto segnaletiche, impronte digitali”.
Sempre in silenzio. “Poi mi diedero i trecento fogli dell’ordinanza: «Tieni,
studia e capirai»”. È lo sfogo di Michele padovano, l’ex calciatore ora assolto
dal traffico di droga, dopo diciassette anni. Uno vorrebbe voler bene ai suoi
“tutori della legge”, ma a loro dispiace.
Ma forse gli agenti
non parlano per polemica contro le procedure, i giudici. Un’ordinanza di
arresto di trecento pagine è un assurdo. “Alle udienze di primo grado”,
continua Padovano a confidare a Crosetti su “la Repubblica”, “uno dei giudici
ogni tanto si addormentava”.
Uno dei pochi che
ha sempre difeso Padovano è il suo ex compagno di squadra alla Juventus, per una
sola stagione, Gianluca Vialli: “Venne a testimoniare”, spiega Padovano a
Crosetti, provarono a tirare dentro pure lui”.
Era il 2006, era Zeman che accusava Viali di usare droghe – Zeman contro
la Juventus.
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