domenica 12 febbraio 2023

Pasta&Pizza, dall’abominio al trionfo

La celebrata dieta mediterranea è stata per un paio di secoli, da quando in Europa si è ripreso a viaggiare, disprezzata, e anzi data per malsana, se non letale. Immangiabile e indigeribile, perfino piena (la pasta) di vermi. Per non dire dei frutti di mare. E non in un’epoca remota, dall’italianista Dumas al toscano Collodi, nora Richter, fino a recente, al secondo dopoguerra. Quando, spiega, l’emigrazione, di necessità ma non più di povertà, portò in Europa e in America l’espresso, il gelato, la pizza e la pasta – con, sarebbe da aggiungere, il parmigiano, la mozzarella, e la rucola. Fino a fare di Pasta&Pizza, conclude Richter, “la cifra della modernità gobale”.
L’avanzata ebbe come avanguardie i gelatai tradizionali in Centro Europa del Friuli, e i “napoletani” esperti di limoni. Un passaggio che si può testimoniare personalmente: furono i fruttivendoli “napoletani” a insegnare la rucola e l’insalata a Firenze e Milano negli anni 1960. Vent’anni dopo era fatta. In Germania, nel partito degli italianisti, c’erano i partigiani della cucina toscana e quelli della cucina emiliana.
L’ottantacinquenne Richter, già professore di Letteratura Critica a Brema, dove vive, cittadino onorario di Amalfi, cultore appassionato e acuto della “materia napoletana” (“Napoli Cosmopolita”, “Lettere da Capri”, raccolta di epistolari da e sull’isola dal 1826 al 1907), racconta qui la tragicomica vicenda della cucina italiana. Con fine ironia e molte illustrazioni.  
Dieter Richter, Con Gusto.
Il Grand Tour della cucina italiana, Centro di Cultura Amalfitana, pp. 151, ill. € 18

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