Aristofane social - disneyano
Il mondo dei social
nell’Atene di Aristofane, e di Socrate. Attorno al Socrate di A ristofane pre-sofista,
cioè chiacchierone più che saggio. Stupidi e furbi s’intrecciano in dialoghi degli
scemi, corredati da tranelli, scherzi, percosse, e rumori e gesti osceni, una
sorta di anticipazione, due millenni e mezzo fa, dei linguaggi oggi consueti –
oggi anche femminili, allora soltanto maschili, femminili sono nel cattivissimo
Aristofane le nuvole, coro leggiadro.
Un mondo che
Vincenzo Zingaro ripropone nel suo primo adattamento ormai classico, nel 1992, poi
portato in vari festival europei. Messo a punto con la sua compagnia Castalia,
al teatro Arcobaleno prospiciente la villa Torlonia, un vecchio avanspettacolo
di Alberto Sordi divenuto Centro Stabile del Classico per tutte le compagnie italiane.
Una riedizione impegnativa,
per il doppio ruolo cui quattro attori alternativamente rappresentano, Ugo Cardinali,
Rocco Militano, Fabrizio Passerini, Piero Sarpa. Per un teatro di maschere,
create a suo tempo da Rino Carboni, specialista del trucco e degli effetti
speciali, collaboratore di Fellini. Che i personaggi retorici dell’originale,
Discorso giusto, Discorso ingiusto, Primo Creditore, Secondo Creditore, riveste
da animali, come è l’uso nello stesso Aristofane, o da coatti di giornata.
La musica, anche
questa dell’allestimento originario, di Giovanni Zappalorto, segue i personaggi
come in un cartoon Disney. Altro effetto ricercato, secondo un’idea del regista-adattatore,
che di Aristofane fa per plurime tracce un precursore dei cartoon.
Aristofane, Le nuvole,
Teatro Arcobaleno, Roma
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