In guerra tra di noi
Per uno dei soliti
“incidenti” mortali nelle sue isole psichedeliche, la Spagna, spalleggiata dalla
Francia, muove guerra all’Italia. Le navi avanzano, i caccia decollano, volontari
affluiscono. Ora, come è il trend, di paramilitari autorganizati. C’era
voglia di menare le mani indipendentemente dalla guerra, di appicare il fuoco
al’extracomunutario, di picchiare a caso, se si è in gruppo o banda, chi capita
tra i piedi. Ci sono anche dei tipi ragionevoli, ma del tipo anime belle. Così,
un mite allevatore di vongole, in guerra privata contro il monopolio dei frutti
di mare, e i funzionari corrotti, si ritrova armato, e quasi assassino – una ragazza
come lui, vessata e ribelle, naturalmente lo salverà.
Doveva essere una
commediola, giocata sui tempi grami del millennio, quando si mena chi capita,
anche uccidendo, e si fa la guerra, perché no – l’Italia, senza dirlo, se ne è
fatte quattro in una dozzina danni, in Serbia, Afghanistan, Iraq e Libia. Ma il
film, pensato nel 2019, dichiara nei titoli di testa, è uscito nel 2022, a guerra
vera avanzata, di missili, trincee, morti. Si ride quindi poco. Ma è ben recitato
nella sua assurdità, da Battiston, Leonardo Leo, Miriam Leone, Carlotta Natoli,
Fresi (c’è anche Popolizio in una particina, ma il grande attore di teatro offre
una dizione impercettibile). E come specchio della
nostra violenza quotidiana, nostra personale, di gente da nulla, è un apologo
da meditare.
Gianni Zanasi, WA
R – La guerra desiderata, Sky Cinema
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