La fortuna arride all’editore che legge
“Chi ci dice cosa
dovremo leggere, se potremo ancora leggere?” A dieci anni dai “Ferri del mestiere”,
dell’editoria come mestiere e non come industria, Sandro Ferri, titolare di e/o
con la moglie Sandra, riconferma l’attrezzeria. Che poi è una sola – quella fondamentale,
poi contano, certo, il titolo, la copertina, la promzione, etc.: una buona capacità
di lettura, il “fiuto”. La volontà di leggere, e la capacità di “sentire” la
lettura. Forte anche dei successi inanellati nell’intervallo: ancora Elena
Ferrante, con Muriel Barbery, “L’eleganza del riccio”, e – qui ancora non raccontata
– Valérie Perrin, “Cambiare l’acqua ai fiori”.
Un altro romanzo
dell’editoria, altrettanto brillante ma più svelto, e antitetico a quello di
Gian Arturo Ferrari, “Storia confidenziale dell’editoria italiana”. Ferri non è
un manager, lavora in proprio. Lavora, ha lavorato i prime venti, trent’anni, sempre
con l’acqua alla gola: i libri non bastano, i buoni libri, ci vogliono i soldi.
I soldi in Italia non si sono, sono solo delle banche, e le banche non ci
sentono, non amano i libri, troppa incertezza – “forse ho letto più manoscritti
nelle sale d’attesa degli istituti bancari che in qualsiasi altro luogo”.
L’editore della “fabrica
dei bestseller” racconta pianamente l’altra faccia dell’editoria, quella ancora
artigianale, di editori che leggono i libri e li pubblicano in base al loro
giudiziio, in questo caso dello stesso Ferri con la moglie Sandra, titolari della
casa editrice. In rapporto personale con l’autore. A tratti si ha l’impressione
di leggere un epicedio, un elogio funebre. La funzione nobile – e nel lungo
termine anche traino economico, oltre che letterario – dell’editoria lo stesso
Ferri lamenta stritolata fra marketing e anticipi – la pratica degli agenti
letterari, che ora spuntano cme funghi, di puntare al “tutti maledetti e subito”,
ad anticipi insostenibili per il piccolo editore. Ma il caso della copia
Ferri-Ozzola non dice che si può pure sopravvivere, allegramente?
Sandro Ferri, L’editore
presuntuoso, e/o, pp. 253 € 10
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