sabato 25 marzo 2023

La fortuna arride all’editore che legge

“Chi ci dice cosa dovremo leggere, se potremo ancora leggere?” A dieci anni dai “Ferri del mestiere”, dell’editoria come mestiere e non come industria, Sandro Ferri, titolare di e/o con la moglie Sandra, riconferma l’attrezzeria. Che poi è una sola – quella fondamentale, poi contano, certo, il titolo, la copertina, la promzione, etc.: una buona capacità di lettura, il “fiuto”. La volontà di leggere, e la capacità di “sentire” la lettura. Forte anche dei successi inanellati nell’intervallo: ancora Elena Ferrante, con Muriel Barbery, “L’eleganza del riccio”, e – qui ancora non raccontata – Valérie Perrin, “Cambiare l’acqua ai fiori”.
Un altro romanzo dell’editoria, altrettanto brillante ma più svelto, e antitetico a quello di Gian Arturo Ferrari, “Storia confidenziale dell’editoria italiana”. Ferri non è un manager, lavora in proprio. Lavora, ha lavorato i prime venti, trent’anni, sempre con l’acqua alla gola: i libri non bastano, i buoni libri, ci vogliono i soldi. I soldi in Italia non si sono, sono solo delle banche, e le banche non ci sentono, non amano i libri, troppa incertezza – “forse ho letto più manoscritti nelle sale d’attesa degli istituti bancari che in qualsiasi altro luogo”.
L’editore della “fabrica dei bestseller” racconta pianamente l’altra faccia dell’editoria, quella ancora artigianale, di editori che leggono i libri e li pubblicano in base al loro giudiziio, in questo caso dello stesso Ferri con la moglie Sandra, titolari della casa editrice. In rapporto personale con l’autore. A tratti si ha l’impressione di leggere un epicedio, un elogio funebre. La funzione nobile – e nel lungo termine anche traino economico, oltre che letterario – dell’editoria lo stesso Ferri lamenta stritolata fra marketing e anticipi – la pratica degli agenti letterari, che ora spuntano cme funghi, di puntare al “tutti maledetti e subito”, ad anticipi insostenibili per il piccolo editore. Ma il caso della copia Ferri-Ozzola non dice che si può pure sopravvivere, allegramente?
Sandro Ferri,
L’editore presuntuoso, e/o, pp. 253 € 10

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