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La pace cinese per paura degli Usa
Perché l’Arabia Saudita, ammesso
che voglia fare pace con l’Iran, nemico di millenni, passa per la Cina? In
passato, tre anni fa, poteva farlo attraverso Putin, che si era offerto, ma ha
lasciato cadere l’apertura. All’epoca non aveva problemi con gli Stati Uniti.
Ora ce li ha.
L’Arabia Saudita è un paese
feudale - patrimoniale nella terminologia sociologica, di Max Weber. Appartiene
ai Saud. Ora all’ultimo dei fratelli figli del fondatore della dinastia
Abdelaziz ben Saud, Salman. E per lui al principe ereditario e primo ministro,
suo figlio Mohamed ben Salman, che in
poco tempo ha rivoluzionato la politica e l’economia - e anche la società. Ma è
ritenuto responsabile di un assassinio politico, dell’oppositore Kashoggi, in
Turchia il 2 ottobre. È ritenuto responsabile dagli Stati Uniti. Mohammed ben Salman
non si fida: legge l’imputazione come un ricatto. Pechino è ora il suo ombrello - e non esclusa nemmeno Mosca, nemmeno il reietto Putin, con cui tratta un abbraccio nientemeno con Damasco, finora sempre nemica.
In Medio Oriente la
politica americana dei diritti umani non è creduta. A fasi alterne, fa vittime
di cui si pente – dice di pentirsene: lo scià, Saddam Hussein, Mubarak, lo
stesso Gheddafi. Non la crede nessuno, non soltanto i principi e i tiranni - le donne in rivolta in Iran se ne guardano.
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