La squadra più ricca per il tifo più povero
Un poemetto di dodici
pagine, 456 versi, dello scrittore pratese, messo in rete cinque anni fa in
difesa della squadra di calcio di cui è tifoso. Titolato così, con l’apostrofo,
come volevano, dice, i vecchi dalle sue parti, “che ora sono tutti morti”.
Tifoso si direbe inevitabile, uno della immensa provincia che è l’Italia. In
lode di una sqadra che non è urbana, acchittata, delle città ricche, ma dell’Italia
trascurata.
Un lungo elenco
Veronesi ne fa: “Ma
attorno alle città belle ci sono le città brutte,\ là dove c’era l’erba\ ci
sono le periferie, le cinture, gli hinterland,\ ci sono gli alveari imbottiti
di terroni,\ c’è il cemento colato a fiumi dalle betoniere\ addosso alla
«gentarella anonima, e quindi pura»\ come la chiama Pasolini”, etc., l’elenco
è lungo, dell’Italia inofficiale. La squadra più ricca come squadra degli
ultimi?
Lo scrittore arrivò
al tifo, da ragazzo, quando una Juventus operaia vinse lo scudetto con una
vincente Inter. Ed è pure vero che in Toscana, nella provìncia, “l’Juventus” è
mito diffuso.
Ma il sospetto viene
che sia, anche per Veronesi, pratese (l’anagrafe lo registra nato a Firenze, ma
è di Prato), a dispetto della Fiorentina. Un tifo a dispetto, per rancori mai
sopiti. È ben un’Italia (ancora) viva.
Sandro Veronesi, L’Juventus,
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