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L’antisemitismo è insidioso
La vendita di una
cantina in disuso a una persona che ha problemi di abitazione si trasforma in
un incubo per la giovane copia che se ne è disfatta. Perché il compratore ne fa
la sua residenza, e si manifesta un antisemita negazionista (dell’Olocausto). Seminando
dubbi, sgarbi e liti nel condominio, e nella famiglia della coppia, di origini
ebraiche.
Un thriller psicologico,
di effetto non scontato. Lascia anzi tracce insidiose. Partendo dallo sterminio
in America di dodici milioni di indiani, ma non solo.
Le Guay, il
regista di Fabrice Luchini, genere leggerezza e simpatia, muove una dialettica
poco rassicurante, da regista e anche soggettista e sceneggiatore. Satirica ma
non convincente. Come del resto il titolo italiano suggerisce – e forse per
questo il film non è stato visto in Italia, benché doppiato: troppo inquietante.
Il titolo originale, “L’homme de la cave”, l’uomo della cantina, era più
anodino. Benché il soggetto si voglia derivato da un personaggio reale, il professore
della Sorbona Robert Faurisson, e i riferimenti reali abbondino. Faurisson,
morto quattro anni fa, dopo aver alimentato mezzo secolo di polemiche non sostanziate,
è un personaggio squalificato, su tutti i piani, scientifico, giornalistico, personale.
Ma l’acquirente della cantina no.
Philippe Le Guay, Un’ombra
sulla verità, Sky Cinema
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