lunedì 13 marzo 2023

Letture - 513

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Antifascismo
– Insegnante a 23 anni al liceo di Grosseto, Tina Pizzardo, “sebbene eretica e ancor di più ignorante”, è nominata nel 1926 “segretaria della federazione comunista di Grosseto. La quale contava cinque iscritti” – di cui uno solo noto a lei: “Cinque gli iscritti, ma cinquanta figuravano nei nostri documenti interni, dove le cifre venivano, per ordine superiore, moltiplicate per dieci”. Lo scopo era di imbrogliare la polizia, “che presto o tardi nelle nostre carte riusciva a ficcare il naso”, su “quanto esigue fossero le nostre schiere” (“Senza pensarci due volte”, p. 58). E di presentarsi forti al dopo, il fascismo essendo ritenuto debole e di pronta caduta.
 
Borghi
– “I borghi abbandonati degli Appennini e le Prealpi” sono già di Pasolini-Orson Welles, “La ricotta”, 1963.
 
Emilio Cecchi
– Firma nel 1942 con una presentazione per la collana Pantheon di Bompiani l’antologia “Americana” predisposta da Vittorini. Che lo stesso Vittorini aveva pubblicato un anno prima, con una propria presentazione, e subito sequestrata. Bompiani, che era anche l’editore italiano di Hitler, “Mein Kampf”, e aveva commissionato Vittorini, ripubblicò “Americana” d’intesa col ministro della Cultura Popolare Alessandro Pavolini. Che consigliò appunto il suo conterraneo fiorentino, “l’Eccellenza Cecchi”.
 
Costanzo
– Direttore responsabile dei Gialli Mondadori dal marzo 2010, Maurizio Costanzo accompagnava ogni numero con un aneddoto, “L’angolo del direttore”, segnato col suo profilo in silhouette. L’ultimo, in appendice a P. D. James, “Per cause innaturali”, è un innuendo alle vicende dei reali inglesi, con la ricostruzione della successione di Edoardo IV Tudor. Tra figli confusi e zii e nipoti in lite – i Tudor, insomma, come i Windsor, violenti nei matrimoni e autoreferenti (Shakespeare ne ha ampiamente scritto, anche della successione di Edoardo IV, a opera del fratello invidioso, poi Riccardo III). Pezzo forte di Costanzo è l’esumazione di Domenico Mancini, un frate italiano che in quel fine secolo era stato a Londra e ne aveva scritto “De Occupatione Regni Anglii per Ricardum Tercium”. Una memoria che “venne a galla” nel 1934, e spiega come i due figli adolescenti di Edoardo IV potrebbero essere morti, rinchiusi nella Torre di Londra, allora soggiorno reale, cosicché l’eredità passò allo zio Lord Gloucester, Riccardo III.
 
Dante – Eversivo? Questo mancava, provvede Canfora, “Dante e la libertà”. Rivoluzionario politico, e religioso. Che Catone mette al Purgatorio, un pagano e un suicida, che né sant’Agostino né san Tommaso d’Aquino apprezzavano, il repubblicano integrale, uno che la vita rifiuta in nome della libertà.  Eretico anche sul piano religioso – ma qui lo storico costeggia il Dante dei teosofi, delle “cose non dette”. Il massimo dell’eversione Canfora trova nell’imperatore Giustiniano, posto da Dante in paradiso – dove però fa come miglior forma di governo propone la monarchia, seppure universale.
 
Diari“In casa di Barbara (Allason, n.d.r.) conosco il nostro grande don Benedetto (Croce, n.d.r.) e la sua impareggiabile conversazione. Mi sarebbe piaciuto scrivere una volta tornata a casa tutto ciò che avevo sentito da lui, ma in vista delle perquisizioni non potevo farlo”, nota a un certo punto la “comunista” Tina Pizzardo nelle sue memorie degli anni 1920.-1930, “Senza pensarci due volte”. E aggiunge tra parentesi: “Sono sempre meravigliata quando saltano fuori diari di quel tempo. Come facevano a tenere un diario di carattere politico se per poco che uno si occupasse di politica  le perquisizioni fioccavano impreviste?”
 
Editoria – “Termine legato al parto”, la dice Gian Arturo Ferrari, latinista di formazione e di prima professione, nella “Storia confidenziale dell’editoria italiana”. O non piuttosto alla digestione, all’alimentazione? Dal participio passato di “edo-edere”, il verbo latino per espellere, generare. C’è un “edo-edere” anche per mangiare, ma che fa come participio passato “essum”. Però, dì editore e editoria potrebbero appropriarsi le due funzioni: molti libri sono digeriti dall’editoria, nel senso di scomparire, non di essere generati.
 
Gadda – Pacioccone, confusionario, imbranato, l’aneddotica è vasta e concorde. Ma di fatto tignoso in tema editoriale, con gli editori – anticipi, opzioni, diritti. Sottile, avvocatesco. Al limite della slealtà, con Bompiani, con Garzanti, anche con Einaudi. Posava, a fare l’ingenuo, lo sprovveduto?  
 
Giallo – Giallo come genere letterario è creazione di Luigi  Rusca – spiega Ferrari nella sua “Storia confidenziale dell’editoria” – il direttore generale di Arnoldo Mondadori negli anni 1930, quando la casa editrice era di proprietà (giuridicamente) di Senatore Borletti, il ricco uomo d’affari milanese – nonché senatore del Regno. Rusca Ferrari dice grande intellettuale, e manager infaticabile, inventivo, che copiava o adattava tutto quanto aveva successo in Europa, e le serie o collane che veniva creando identificava, in casa editrice e per il pubblico, con i colori, “azzurri, verdi e neri”, senza riferimento ai generi. Eccetto che per il giallo. “Quando arriva ai romanzi polizieschi prende ispirazione dal colore della prima copertina, confezionata da un grafico inglese, e crea i “Gialli”” (p. 28), parola che subito entra nel linguaggio comune
”.

Rusca sarà poi ideatore e compilatore, per Rizzoli di cui è diventato direttore generale, del “Breviario dei laici”, un bestseller da 1.200 pagine, un tomo di elevazione e saggezza, spirituale e morale.

Pavese - Si ricorda traduttore emerito di “Moby Dick”. Ma fu, prima, traduttore di “Moll Flanders”, secondo titolo della collana Einaudi “Narratori stranieri tradotti”.

 
Risorgimento - Intervistato da Molinari in occasione della sua visita a Roma, il primo ministro israeliano Netanyahu apparenta la nascita di Israele al “Risorgimento di Garibaldi”. Però, bisognava pensarci, un’idea che si fa realtà politica.
Il Risorgimento derubricato da oltre mezzo secolo ormai, da Mack Smith in poi, a causa di tutti i mali d’Italia, corruzione, debito, mafie, incapacità militare, etc, è stato invece, ed è per molti, sinonimo di liberazione – è stato, a ben guardare, la “rivoluzione” più popolare dell’Ottocento, anzi praticamente senza antagonisti (l’Austria-Ungheria si è limitata a perdere, non ha lamentato diritti violati).
 
Social – “I social ci hanno mostrato quanto siamo stupidi come specie”, James Gray, regista – “Quanto ci piace «cancellare» gli altri, quanto ci vantiamo e cerchiamo continuamente di dimostrare che siamo più intelligenti degli altri”.

Zingari – Sono proibiti. Uno speaker dell’Atac, l’azienda comunale che gestisce (malissimo) la metropolitana di Roma, è stato punito per aver intermesso, tra gli annunci dei treni in arrivo, un “attenti agli zingari”. Un annuncio “inammissibile e inaccettabile, offensivo e discriminatorio”, ha tuonato il sindaco Gualtieri - uno che sembrava scomparso dopo la sua elezione un anno e mezzo fa (si vede che il sindaco non prende la metropolitana: il borseggio vi è incontenibile, perfino violento – organizzato). Non che gli interessati se ne offendano, che fra loro si chiamano rom, uomo, uomini. Zingari è del resto parola bizantina, di una setta ereticale. In francese sono ancora bohémiens, come quelli che vengono dalla Boemia. In spagnolo gitanos, e in America e Inghilterra gypsies, come provenienti dall’Egitto.  


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