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L’Europa resta indifesa
Molti annunci,
anche roboanti, poca sostanza: la difesa europea si rinnova, dopo gli extrabuget
tedesco e francese, ma nel senso di rinnovare gli arsenali, niente di più. La Zeiutenwende
tedesca, il cambiamento epocale, con 100 miliardi subito di spese militari, e la
“legge di programmazione militare” di Macron 2024-2030, con 413 miliardi da spendere
nei sette anni, non cambiano molto, a una lettura dei contenuti dei
due provvedimenti.
Il governo tedesco
di coalizione, sinistra, destra (Liberali) e Verdi, punta a un “partneriato atlantico
rafforzato”. Fa cioè il suo dovere nel quadro Nato, come voleva già Trump, portando
gli impegni militari al 2 per cento del pil – i 100 miliardi della Zeitenwende
si spalmano su più anni. L’aumento della spesa si giustifica anche - in
Germania come in Italia e altrove nella Nato – con la necessità di rinnovare
gli arsenali dopo l’impiego di quelli esistenti in Ucraina. Ma niente per una difesa
europea, né spese né idee.
Lo stesso per il
programma francese. Molto più sostanzioso di quello tedesco, quattro volte
tanto. L’obiettivo è, come Macron ha pure detto, di ammodernare il deterrente
nucleare, e di trasformare l’esercito, dopo i fallimenti in Africa, da corpo di
spedizione a formazione territoriale per conflitti “ad alta intensità”. Nessuno
spiraglio, nemmeno un auspicio, per una difesa europea – assenza tanto più
notevole per un personaggio che si era qualificato per un progetto di rinascita
continentale.
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