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L’immigrazione, prova dell’indigenza europea
L’emozione per il naufragio
di Cutro porterà – forse – a un principio di ravvedimento in Europa. Dopo
vent’anni di naufragi, e decine di migliaia di morti - 26 mila morti in dieci
anni nel Mediterraneo, calcola il Missing Migrant Project (che però è attivo
dal 2014, mentre i naufragi sono cominciati prima). Per una sconsiderata non-politica
dell’immigrazione, o immigrazione selvaggia, da bestie da indirizzare alla
soma. La presidente von der Leyen sembra voler infine abbandonare la trascuratezza
di Angela Merkel, che per troppi anni ha fatto l’Europa.
A contrasto, fa
senso la superficialità dei media italianai. Che oggi svetta sul “Corriere della
sera” nel commento di primaria firma che anche gli italiani emigrarono, oltralpe
e oltreoceano, come oggi gli africani e gli asiatici in Europa. Mentre è questo
passato che fa la differenza con l’immigrazione odierna, che è da sfruttamento,
da tratta. A opera delle mafie di contrabbandieri di uomini, e dei governi
europei.
Gli italiani emigrarono
per accordi internazionali in Europa, e oltreoceano con visita medica, visto, e
biglietto. Ed emigravano per lavorare. Non per prostituirsi, spacciare, vendere
merce falsificata, o elemosinare, attività cui viene spinta molta immigrazione.
Nell’indifferenza dei governi europei. Con imprenditori che hanno bisogno di
lavoratori veri ma non contano nulla.
L’Europa non sa nemmeno
immaginare di organizzare l’immigrazione, che pure sarebbe burocrazia facile.
Mentre i trafficanti di manodopera per l’economia del malaffare hanno campo
libero. A carico, due casi su tre, delle istituzioni e dei fondi, nazionali ed
europei, per la prima accoglienza. Che può durare anni, e comprende l’assistenza
legale, per farla durare decenni.
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