mercoledì 8 marzo 2023

L’immigrazione, prova dell’indigenza europea

L’emozione per il naufragio di Cutro porterà – forse – a un principio di ravvedimento in Europa. Dopo vent’anni di naufragi, e decine di migliaia di morti - 26 mila morti in dieci anni nel Mediterraneo, calcola il Missing Migrant Project (che però è attivo dal 2014, mentre i naufragi sono cominciati prima). Per una sconsiderata non-politica dell’immigrazione, o immigrazione selvaggia, da bestie da indirizzare alla soma. La presidente von der Leyen sembra voler infine abbandonare la trascuratezza di Angela Merkel, che per troppi anni ha fatto l’Europa.
A contrasto, fa senso la superficialità dei media italianai. Che oggi svetta sul “Corriere della sera” nel commento di primaria firma che anche gli italiani emigrarono, oltralpe e oltreoceano, come oggi gli africani e gli asiatici in Europa. Mentre è questo passato che fa la differenza con l’immigrazione odierna, che è da sfruttamento, da tratta. A opera delle mafie di contrabbandieri di uomini, e dei governi europei.
Gli italiani emigrarono per accordi internazionali in Europa, e oltreoceano con visita medica, visto, e biglietto. Ed emigravano per lavorare. Non per prostituirsi, spacciare, vendere merce falsificata, o elemosinare, attività cui viene spinta molta immigrazione. Nell’indifferenza dei governi europei. Con imprenditori che hanno bisogno di lavoratori veri ma non contano nulla.
L’Europa non sa nemmeno immaginare di organizzare l’immigrazione, che pure sarebbe burocrazia facile. Mentre i trafficanti di manodopera per l’economia del malaffare hanno campo libero. A carico, due casi su tre, delle istituzioni e dei fondi, nazionali ed europei, per la prima accoglienza. Che può durare anni, e comprende l’assistenza legale, per farla durare decenni.
 

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