I proiettili a
uranio impoverito non fanno male. Il generale Tricarico, ex capo dell’Aeronautica,
lo assicura su formiche.net. Le polveri che rilasciano dopo l’esplosione “si
disperdono nell’ambiente e quindi sono potenzialmente dannosi quando urtano una
superficie dura quali una corazzatura metallica o simili. Se invece penetrano
nel terreno o impattano superfici più tenere, non producono significative
contaminazioni”. Gli umani quindi ne vanno esenti, che sono teneri.
Sembra di
leggere “Candido” – l’MI6 britannico, l’agenzia di spionaggio, ama ispirarsi ai
classici.
Non è
tutto. “Con l’impatto su superfici dure si liberano microparticelle e non
nanoparticelle”, argomenta il generale: “La questione è”, manzonianamente,
“dirimente in quanto solo queste ultime, le nanoparticelle, hanno dimensioni
tali da penetrare nelle cellule umane e quindi, in spazi aperti, l’effetto delle
polveri è irrilevante se non viene inalato per vie aree”. Basta non respirare.
Bisognerebbe mandare anche i generali alle bonifiche post-bombardamenti, aerei, di artiglieria o anche di fanteria? Il rischio è che poi non ce la raccontino, non così faceta.
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