Ma Tokyo non vuole guerre alla Cina
Aukus (Astralia-United Kindom-Usa
Security), l’alleanza a tre da poco creata dagli Stati Uniti, con la Gran
Bretagna e l’Australia, per armare nuclearmente l’Australia, attraverso i
sottomarini, ha soppiantato il Quad (Quadrilateral Securiy Dialogue), proposto
quindici anni fa dal Giappone. Il premier Shinzo Abe propose nel 2007 e
realizzò un collegamento diplomatico e un impegno di difesa reciproca fra Stati
Uniti, Giappone e Australia con l’India.
Il “quadro” doveva restare aperto alla
Cina. L’India non intende antagonizzare la Cina, anche se virtualmente i due paesi
sono in guerra nell’iymalaya. Ma, soprattutto, non intende farlo il Giappone.
Shinzo Abe non c’è più ma è la sua
stessa visione di sicurezza regionale che Tokyo persegue. Di cui è, o dovrebbe
essere, parte anche la Cina, seppure da esterno. O comunque non antagonizzarla.
Gli Stati Uniti invece, ritenendo
esauriti con le presidenze Obama, 2009-2016, i tentativi di inquadrare la Cina
in un progetto di sicurezza asiatico, anche per la contemporanea ascesa di Xi
Jinping, leader autoritario, operano con le presidenze Trump e Biden per la
riduzione dei rapporti economici con la Cina e il coinvolgimento militare nell’Indo-Pacifico,
in funzione anticinese, della Nato, e dell’Australia.
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