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Niente segretario italiano per la Nato
Non c’è, non c sarà, un candidato italiano alla segreteria generale della
Nato (avrebbe dovuto essere Draghi, secondo i media). L’Italia, il governo e anche parte dell’opposizione in questo caso, Pd e
Azione-Iv, mantiene e rafforza lo schieramento a favore dell’Ucraina, un paese
invaso. Ma teme il surriscaldamento della guerra operata dalla Nato. E marcia passivamene,
con riluttanza, nell’estensione della Nato all’Indo-Pacifico, cioè a guardia
contro la Cina.
L’Italia teme l’approccio aggressivo di Biden. Senza un obbiettivo
dichiarato, nel caso della Cina, con un obiettivo rischioso nel caso dell’Ucraina.
Gli Stati Uniti sono reduci da cinque guerre negli ultimi
venti anni, di cui quattro perdute, in Afghanistan, Iraq, Libia e Siria, nelle
quali hanno coinvolto paesi Nato - e la quinta non si può dire un successo, il Kosovo crea problemi. Con una perdita tutto sommato lieve di vite
umane nel caso dell’Italia, ma con spese ingenti. Senza nessun effetto.
L’esperienza non si vuole ripetere in Ucraina e nell’Indo-Pacifico,
perché i rischi vi sono altissimi. A fronte di una strategia che forse per l’America
è chiara ma per l’Italia no.
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