domenica 19 marzo 2023

Ombre - 659

Ricordando la guerra dell’Occidente contro l’Iraq vent’anni fa, e le sue terribili distruzioni, con la riduzione alla fame di metà della popolazione, il primate cattolico si affida a Muqtada El Sadr, il leader politico sciita che avversò la “liberazione”, fino ad affidarsi all’Is, al terrorismo. L’“Occidente”, che ne fa vanto, non si dice la verità delle cose. E crede alla sua propaganda.
 
Sul “Sole 24 Ore” si ricorda “l’Iraq 20 anni dopo, i disastri di una guerra che andava evitata”, un paese diviso e disastrato, per “errori Usa e ricadute”, con un “conto di 134.400 morti”, quindi sicuramente molti di più di fatto, e le “bugie clamorose per giustificare l’attacco a Saddam”. Una brutta storia, che non ha insegnato niente, non all’Occidente. Non ci sono altrettanti morti nella guerra in Ucraina, che pure è materia di propaganda – forse un decimo di quelli accertati in Iraq. Dobbiamo intensificare lo sforzo?
 
Sempre, e solo, sul “Sole 24 Ore” - brutta assonanza, ma voce della verità? – si calcola un “8 percento dei laureati in fuga all’estero. Oltreconfine retribuzioni migliori, fino al 41,8
 (sic!) per cento. Una perdita pari all’1 per cento del pil”. Perfetto. Cioè male. La denuncia viene dal giornale della Confindustria. Che fa i salari. E ha scelto nei trent’anni della globalizzazione i licenziamenti di massa, un outsourcing veicolo di bassa qualità e bassi salari (l’allora potentissimo Cesare Romiti li teorizzava), e un’Italia, quinta potenza economica, in serie B.
 
Curiosamente, non una parola sulle crisi bancarie come esito prevalentemente delle politiche monetarie restrittive della Federal Reserve. Per le interconnessioni tra le banche, specie per i depositi interbancari, tra prenditori (le tre banche americane fallite) e prestatori: con il costo interessi moltiplicato in pochi mesi, non trasferibile sulle posizioni creditrici, le banche illiquide hanno chiuso bottega. In parte analoghi i problemi del Credit Suisse.
C’è invece trionfalismo sulle banche centrali, Fed e Bce, vestali di non si sa che cosa. Che vanno alla cieca, con misure da vecchio manuale, di economie novecentesche - uno ascolta Lagarde e gli viene la febbre.
 
Trump, quasi in manette, nelle cronache non è più il “tycoon”, è il “magnate”. Biden fa paura? In effetti non è più l’arzillo vecchietto saltellante. Ha molto pelo sullo stomaco, con i figli e fuori. È un guerrafondaio, freddo. E non sorride, ghigna.
 
“Le parole di Mussolini? Poteva essere Obama, oppure Shakespeare”.  Attanasio, il manager pubblico che invitava al lavoro col discorso protervo di Mussolini dopo l’assassinio di Matteotti, si difende: è stato un errore. No, la citazione era precisa, sapeva bene da dove la estraeva. È che Mussolini per molti non ha colpe. Nemmeno per molti manager. Nemmeno di avere perduto la guerra, che per un manager è delitto capitale.
 
“Ho invitato a casa Giorgia Meloni e ho cucinato per lei”, Checco Zalone confida a Cazzullo, “ma ho votato Pd”. Sembra una macchietta, l’italiano simpatico.
 
Però ha ragione: “Un Paese senza pazienza”, Zalone dice dell’Italia: “Non vuole più racconti ma sintesi. I ragazzi non guardano più la partita, preferiscono gli highlights”. Vero, le due ore di partita uno stress, in qualunque modo vada. E allo stadio “si divertono” solo i teppisti.
 
Allegria Parlamento europeo, tutte verdi le case entro dieci anni, dodici, via. Che non si sa bene cosa sia, la casa verde, ma un grosso business sì. Edilizio: di infissi metallici (tutti gli infissi da rinnovare, non sarà poca spesa), nuovi materiali a copertura dei muri, nuove caldaie per il riscaldamento… Allegria dei media: che divertimento!
 
Allegria soprattutto della sinistra maggioritaria in Parlamento, sotto tiro per le pratiche corruttive, che quindi allegramente vota transizioni verdi sempre più radicali, a scadenza sempre più ravvicinata. Da “togliere il respiro”.  
 
La sinistra non mi sta antipatica; la sinistra è antipatica”, dichiara Mentana – che fino al 1992 ha votato socialista, poi non ha più votato”: “Anche questo lo sanno tutti, come la formazione della Grande Inter”, spiega a Cazzullo, interista come lui. E continua: “È aristocratica, elitaria, convinta di essere la parte migliore, vocata a governare anche quando (quasi sempre) perde. È come la vecchia Y10: piace alla gente che piace; e dispiace a tutti gli altri”.
Il giorno dopo “la Repubblica”, motore di questa sinistra, muove guerra alla Francia per essere stata la figlia di un lettore, la quale studia Scienze Politiche a Parigi, rifiutata in discoteca perché “non arriva a 1,70”, di altezza. Senza nemmeno chiedersi se non sia una “provocazione” - Scienze Politiche a Parigi? la discoteca?
 
Le provenienze dichiarate dai migranti clandestini giunti quest’anno in gran numero in Sicilia e in Calabria si concentrano su una decina di paesi. Una delle tante prove che il traffico è organizzato: nel 2023 ha reclutatori in Guinea, Costa d’Avorio, Tunisia, Pakistan, Bangladesh.
 
Si leggono con sgomento le cronache romane che per due settimane contestano la squalifica dell’allenatore della Roma Mourinho. Uno che si sempre e ovunque illustrato per litigare con gli arbitri. Ma a Roma c’è di più: i tifosi della Roma non vivono una settimana quando la squadra perde – e perde una volta su due. Amareggiati al punto da augurare la morte alla moglie di un calciatore avversario ricoverata per una gestazione difficile. Sciocchezze? Pretesti per “uscire” sui social? No, i romanisti soffrono, incattiviscono.
 
La Juventus vince contro la Sampdoria. La pagella del “Corriere della sera” dà cinque 5 alla Juventus e sei 5 alla Sampdoria. Che ha cinque sufficienze, contro sei della Juventus, ma stentate. E la partita assortisce di una cronaca giudiziaria di si capisce poco o niente, ma sì che la Juventus, che ha vinto alcuni ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, non ha ottenuto niente. Il calcio è velenoso.

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