Ombre - 659
Ricordando la guerra
dell’Occidente contro l’Iraq vent’anni fa, e le sue terribili distruzioni, con
la riduzione alla fame di metà della popolazione, il primate cattolico si
affida a Muqtada El Sadr, il leader politico sciita che avversò la “liberazione”,
fino ad affidarsi all’Is, al terrorismo. L’“Occidente”, che ne fa vanto, non si
dice la verità delle cose. E crede alla sua propaganda.
Sul “Sole 24 Ore”
si ricorda “l’Iraq 20 anni dopo, i disastri di una guerra che andava evitata”,
un paese diviso e disastrato, per “errori Usa e ricadute”, con un “conto di
134.400 morti”, quindi sicuramente molti di più di fatto, e le “bugie clamorose
per giustificare l’attacco a Saddam”. Una brutta storia, che non ha insegnato niente,
non all’Occidente. Non ci sono altrettanti morti nella guerra in Ucraina, che pure
è materia di propaganda – forse un decimo di quelli accertati in Iraq. Dobbiamo
intensificare lo sforzo?
Sempre, e solo, sul
“Sole 24 Ore” - brutta assonanza, ma voce della verità? – si calcola un “8
percento dei laureati in fuga all’estero. Oltreconfine retribuzioni migliori, fino
al 41,8
(sic!) per cento. Una perdita pari all’1 per cento
del pil”. Perfetto. Cioè male. La denuncia viene dal giornale della Confindustria.
Che fa i salari. E ha scelto nei trent’anni della globalizzazione i licenziamenti
di massa, un outsourcing veicolo di bassa qualità e bassi salari (l’allora
potentissimo Cesare Romiti li
teorizzava), e un’Italia, quinta potenza economica, in serie B.
Curiosamente, non
una parola sulle crisi bancarie come esito prevalentemente delle politiche
monetarie restrittive della Federal Reserve. Per le interconnessioni tra le
banche, specie per i depositi interbancari, tra prenditori (le tre banche americane
fallite) e prestatori: con il costo interessi moltiplicato in pochi mesi, non trasferibile
sulle posizioni creditrici, le banche illiquide hanno chiuso bottega. In parte
analoghi i problemi del Credit Suisse.
C’è invece trionfalismo
sulle banche centrali, Fed e Bce, vestali di non si sa che cosa. Che vanno alla
cieca, con misure da vecchio manuale, di economie novecentesche - uno ascolta
Lagarde e gli viene la febbre.
Trump, quasi in
manette, nelle cronache non è più il “tycoon”, è il “magnate”. Biden fa paura?
In effetti non è più l’arzillo vecchietto saltellante. Ha molto pelo sullo
stomaco, con i figli e fuori. È un guerrafondaio, freddo. E non sorride,
ghigna.
“Le parole di
Mussolini? Poteva essere Obama, oppure Shakespeare”. Attanasio, il manager pubblico che invitava
al lavoro col discorso protervo di Mussolini dopo l’assassinio di Matteotti, si
difende: è stato un errore. No, la citazione era precisa, sapeva bene da dove
la estraeva. È che Mussolini per molti non ha colpe. Nemmeno per molti manager.
Nemmeno di avere perduto la guerra, che per un manager è delitto capitale.
“Ho invitato a
casa Giorgia Meloni e ho cucinato per lei”, Checco Zalone confida a Cazzullo,
“ma ho votato Pd”. Sembra una macchietta, l’italiano simpatico.
Però ha ragione:
“Un Paese senza pazienza”, Zalone dice dell’Italia: “Non vuole più racconti ma
sintesi. I ragazzi non guardano più la partita, preferiscono gli highlights”.
Vero, le due ore di partita uno stress, in qualunque modo vada. E allo stadio
“si divertono” solo i teppisti.
Allegria Parlamento
europeo, tutte verdi le case entro dieci anni, dodici, via. Che non si sa bene cosa
sia, la casa verde, ma un grosso business sì. Edilizio: di infissi metallici (tutti
gli infissi da rinnovare, non sarà poca spesa), nuovi materiali a copertura dei
muri, nuove caldaie per il riscaldamento… Allegria dei media: che divertimento!
Allegria soprattutto
della sinistra maggioritaria in Parlamento, sotto tiro per le pratiche corruttive, che quindi allegramente vota transizioni verdi sempre più radicali, a scadenza
sempre più ravvicinata. Da “togliere il respiro”.
“La sinistra non mi sta antipatica; la
sinistra è antipatica”, dichiara Mentana – che fino al 1992 ha votato socialista,
poi non ha più votato”: “Anche questo lo sanno tutti, come la formazione della
Grande Inter”, spiega a Cazzullo, interista come lui. E continua: “È
aristocratica, elitaria, convinta di essere la parte migliore, vocata a
governare anche quando (quasi sempre) perde. È come la vecchia Y10: piace alla
gente che piace; e dispiace a tutti gli altri”.
Il giorno dopo “la Repubblica”, motore di questa sinistra,
muove guerra alla Francia per essere stata la figlia di un lettore, la quale studia
Scienze Politiche a Parigi, rifiutata in discoteca perché “non arriva a 1,70”, di altezza. Senza nemmeno
chiedersi se non sia una “provocazione” - Scienze Politiche a Parigi? la discoteca?
Le provenienze
dichiarate dai migranti clandestini giunti quest’anno in gran numero in Sicilia
e in Calabria si concentrano su una decina di paesi. Una delle tante prove che
il traffico è organizzato: nel 2023 ha reclutatori in Guinea, Costa d’Avorio,
Tunisia, Pakistan, Bangladesh.
Si leggono con sgomento
le cronache romane che per due settimane contestano la squalifica dell’allenatore
della Roma Mourinho. Uno che si sempre e ovunque illustrato per litigare con
gli arbitri. Ma a Roma c’è di più: i tifosi della Roma non vivono una settimana
quando la squadra perde – e perde una volta su due. Amareggiati al punto da
augurare la morte alla moglie di un calciatore avversario ricoverata per una gestazione
difficile. Sciocchezze? Pretesti per “uscire” sui social? No, i romanisti soffrono,
incattiviscono.
La Juventus vince
contro la Sampdoria. La pagella del “Corriere della sera” dà cinque 5 alla
Juventus e sei 5 alla Sampdoria. Che ha cinque sufficienze, contro sei della
Juventus, ma stentate. E la partita assortisce di una cronaca giudiziaria di si
capisce poco o niente, ma sì che la Juventus, che ha vinto alcuni ricorsi al
Tar e al Consiglio di Stato, non ha ottenuto niente. Il calcio è velenoso.
Nessun commento:
Posta un commento