venerdì 24 marzo 2023

Verde in mimetica

Perdono consensi i Verdi in Germania, nei sondaggi nazionali e nelle elezioni locali, che due anni fa si candidavano a primo partito, ora che sono al governo. Ma non per la partecipazione al governo socialdemocratico, con la destra Liberale, di Olaf Scholz, a stare ai sondaggi. Perché non apprezzano il bellicismo della loro leader, Annalena Baerbock, in qualità di ministro degli Esteri del governo Scholz: le cronache della guerra vedono Baerbock molto militante per l’Ucraina, e quasi pronta alla guerra contro la Russia.
Il calo dei Verdi può più probabilmente essere l’effetto dell’atteggiamento moderato e pragmatico dell’elettorato tedesco, che si pone il problema di cambiare, di ventilare la politica, ma non troppo. I Verdi erano i primi nei sondaggi alle elezioni federali di settembre 2021, presero a straparlare, e al voto sono arrivati terzi.
Il cancelliere Scholz, che per statuto ha anche poteri di intervento nella gestione ministeriale (il cancelliere è una posizione molto più solida del presidente del consiglio) e ha una struttura di affari esteri, l’ha molto rafforzata in questo anno e mezzo. Tradizionalmente, anzi, è sempre stato il cancelliere ad avere la parola definitiva in politica estera, con Bismarck ma anche prima e anche dopo - Adenauer, Brandt, Schmidt, Kohl, la lista sarebbe lunga.
Baerbock aveva debuttato con un programma di “politica estera femminista” – “promuovendo le donne nel ministero, parlando delle donne, incontrandole e ascoltandole” (a questo fine ha pure avviato subito una riforma del ministero, di cui poi non si è saputo nulla). Ma anche di “politica estera basata sui valori”, e quindi poco propensa alla diplomazia, al calcolo.

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