È difficile dirsi fascisti
Non
c’è un’ortodossia fascista. Un’organizzazione, una tessera, una sezione,
riunioni periodiche, una vigilanza e una ortodossia, con radiazioni e
scomuniche - nella migliore delle ipotesi, p. es. l’espulsione di “quelli del
‘Manifesto’”, le cistke sovietiche,
cui anche il buon Pajetta sovrintese, potevano essere letali. C’era la tessera
negli anni del fascismo, ma era un obbligo di polizia, e quasi una tassa.
Si
moltiplicano attorno al 25 aprile le accuse di fascismo, le privative di
antifascismo, le lezioni totalitarie di democrazia. Ma, poi, fascista è un
epiteto, si dà a chiunque anche fuori della politica. Questo fa anche sì che
uno che è fascista di fatto – nazionalista, razzista, violento – possa dirsi
costituzionalmente democratico: se tutti siamo fascisti nessuno lo è. Ma non è
questo il punto. È che una non buona – anzi cattiva – politica si è retta, e
evidentemente ancora si regge, sull’antifascismo. Cioè, ha bisogno del
fascismo. Che nel 2023, dopo quasi ottant’anni dalla cacciata di Mussolini, è
un’esagerazione e anche un’incongruenza. Dov’è il razzismo? Nei buu delle “curve”
allo stadio? Sono le “curve” (i popolari) fasciste? Quella della Roma si vuole comunista.
Ci
sono dei fascisti, certo. Dichiarati. Ma allora: si è fascisti perché ci si
dichiara fascisti. Contro la Costituzione. Contro la Resistenza all’occupazione
tedesca. Contro il Parlamento. Contro anche il Sud – ma quanta Resistenza non è
(diventata) leghista?
Se
c’è una costituzione che da tutti è osservata e da nessuno contestata, elezioni
periodiche, anche troppo, e mai discusse, un governo eletto dal Parlamento e
dal Parlamento dipendente, anche troppo, dov’è il fascismo? I naufragi? Quanti
naufragi con Napolitano o Minniti all’Interno – il naufragio non si provoca, avviene
quando il soccorso è impossibile o ritardato, nessuna guardia costiera sta lì
col binocolo a vedere gli africani affogare.
C’è
speculazione. Non da oggi, Cutro non è una novità. Ma è giornalistica. Di un giornalismo
che non sa come altro vendersi, se non c’è scandalo. E di una politica che
sopravvive solo su questi giornali.
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