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Folli rese dei conti alle feste comandate
Un numero straordinario
di attori di richiamo per “santificare” le feste comandate, Natale, Capodanno,
San Valentino, 8 marzo. Un film a episodi: quattro storie in agrodolce, che i
due registi, soggettisti, sceneggiatori, attori si sono divisi equamente, di
liti furibonde, tradimenti complicati, femminismi esasperati, e un Capodanno
magistrale, sulla traccia di “Andare verso il popolo”, di Moravia dei “Raconti
romani”.
Non si ride, ma si
sorride, non c’è angolo riposto di abitudini, modi di fare, modi di dire, pregiudizi,
presunzioni, per quanto scervellato e masochista, che non sia dispiegato. Di
felice inventiva lessicale e psicologica. In dialoghi svelti, informati,
minuziosi, delle abitudini quotidiane, dei vizi si direbbe – il Bruno no-wax
del santo Natale non si perde una piega.
Programmato per
Capodanno, può avere guastato le feste di molti – non se ne sono fatte molte recensioni,
non laudatorie. Che però sono affluiti lo stesso in gran numero, a credere alle
cifre degli incassi. Una vecchia formula del cinema italiano forse sempre
vitale.
Edoardo
Leo-Massimiliano Bruno, I migliori giorni, Sky Cinema
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